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Odi varie - Pel ritratto litografico di Giuditta Pasta

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Luigi Carrer - Poesie (XIX secolo)
Odi varie - Pel ritratto litografico di Giuditta Pasta
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PEL RITRATTO LITOGRAFICO

DI GIUDITTA PASTA

IN PERSONA D’ANNA BOLENA

ESEGUITO DA MICHELE FANOLI

L’ANNO 1834.

Avvolta la persona
     In veste ampia purpurea,
     Al crine la corona
     E l’increspato carbaso,
     Che, in doppio giro accolto,
     Cresce decoro al volto,
     7Dal re spergiuro non bramato invan;

Bolena tal redía
     Dai mal ambiti talami,
     E cupo la seguia
     Di Caterina il gemito,
     A far ingombre e scure
     Di torbide paure
     14L’ore concesse al reo nodo profan.

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E tal, se pur maggiore
     Non ha decoro e grazia,
     In onta alle canore
     Lubriche scene, ammirano
     Costei l’adriache genti,
     Mentre d’eletti accenti
     21Diffusa copia vien l’alme a bear.

Ma donde al suo pensiero
     Pronta scoppiò quell’unica
     Immagine del vero,
     Che senza ingrato studio
     Al bello si congiunge,
     E, mentre i cor compunge
     28Insidïosa, all’occhio non appar?

Del portentoso arcano
     Ragion chieggo all’effigie
     Bellissima, di mano
     Pur or del caro artefice
     Splendidamente uscita,
     Ma novi la matita
     35Enimmi a solver offre al dubbio cor.

Ciò che, d’alterne note
     Vestito, agita l’aria,
     E i sensi ne percote,
     Ciò stesso è pur che il rigido
     Marmo parlante rende,
     O in rozza tela accende
     42Quanti il veloce sole apre color.

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Una, sol una, o meglio
     Estro si chiami o genio,
     È la virtù che speglio
     A sè l’ampio spettacolo
     Fa di natura, e guida,
     Imitatrice fida,
     49Ad alta meta il plettro ed il pennel.

Tu quindi, a cui le tele
     Lunghi e sereni pregano
     Gli anni, to a noi, Michele,
     Farti creduto interprete
     Puoi dell’ignota forza
     Che varia agita e sforza
     56Chi tanta accoglie in sè parte di ciel.

Certo qualor la pietra
     Tracciavi tu di morbide
     Orme, cui non penetra
     L’acre licor, che i liberi
     Spazii operoso scorre
     E dal glutine abborre
     63Che bruno indi la carta a tinger va;

Certo in quell’ora molta
     Parte del genio, all’inclita
     Donna compagno, accolta
     Era in tua mente, e i fulgidi
     Occhi, le chiome, i manti
     T’uscian simili ai canti
     70Che tacer non potran per lunga età.

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Nè lunga età dal serto,
     Che a lei cinge la Gloria,
     Spiccherà foglia. A certo
     Segno di fama insolita
     Giunse il suo nobil volo,
     Cui disconobbe solo
     77Chi a tanta luce ancor atto non è.

Ma quando la sovrana
     Sua virtù fia memoria,
     Udrem di lei lontana
     Lodi narrar, con avida
     Brama, ciascuna gente,
     Quali di lei presente
     84Il concetto vulgar folli credè.