Una, sol una, o meglio
Estro si chiami o genio,
È la virtù che speglio
A sè l’ampio spettacolo
Fa di natura, e guida,
Imitatrice fida, 49Ad alta meta il plettro ed il pennel.
Tu quindi, a cui le tele
Lunghi e sereni pregano
Gli anni, to a noi, Michele,
Farti creduto interprete
Puoi dell’ignota forza
Che varia agita e sforza 56Chi tanta accoglie in sè parte di ciel.
Certo qualor la pietra
Tracciavi tu di morbide
Orme, cui non penetra
L’acre licor, che i liberi
Spazii operoso scorre
E dal glutine abborre 63Che bruno indi la carta a tinger va;
Certo in quell’ora molta
Parte del genio, all’inclita
Donna compagno, accolta
Era in tua mente, e i fulgidi
Occhi, le chiome, i manti
T’uscian simili ai canti 70Che tacer non potran per lunga età.