Poesie (Carrer)/Odi/Odi amorose/La Visione
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LA VISIONE.
Appie d’un’ampia scala,
In chiuso manto avvolta,
Bianco a veder com’ala
Testè dal fianco tolta
Di giovin cigno, apparvemi
6Incognita beltà.
Apparvemi tra il grave
Sopor di notte estiva;
La vision soave
L’intenta alma rapiva
Nell’infocato palpito
12Della mia prima età.
La man le porgo, e: Cara
(Dirle pareami incerto),
Il nome tuo m’impara,
Fammi il tuo riso aperto;
O sii tu donna od angelo,
18Parla, t’adorerò.
Parte di te mi svela
La vivida pupilla,
Che per la bianca tela
Com’astro in ciel sfavilla;
E un nome il cor mi mormora,
24Ma proferir nol so. —
Tace; e la man mi stende,
E in essa il cerchio aurato
Testimonianza rende
Del volto ancor celato.
Sei dessa! Oh fido indizio!
30Il cor non mi mentì.
Troppa è la gioia! Appresso
La mano al labbro ansante,
E sì vel tengo impresso,
Ch’ivi lo spirto errante
Tutto par voglia accogliersi
36Poichè dal cor fuggì.
Sorgi, l’indugio è molto,
Quindi parlarmi udia,
E nel levar del volto
Un paradiso apria
Alla mia vista il candido
42Manto caduto al piè.
Sull’innocente viso
Scorrean le brune anella;
Raggianti eran nel riso
Gli occhi e la bocca bella,
Che tali più non risero
48Come in quell’ora a me.
Seco la scala ascesi,
Nè delle membra il pondo
Punto gravarmi intesi:
Era un salir giocondo,
Come le zolle a premere
54Di florido sentier.
A sommo giunti: Siedi,
Diceami; ed io Deh! teco
Restarne mi concedi,
Qui teco, sempre. — Oh cieco!
(L’altra proruppe) immobile
60Fra noi sorge il Dover.
Ma, ti conforta, ancora 167
Vedermi t’è concesso;
Ancor potrai brev’ora
Sederti a me da presso,
E favellarmi, e molcere
66L’acerbo tuo destin. —
E allor sovra l’ardente
Mia guancia errar le chiome
Sentia soavemente
Dell’amor mio, siccome
Foglie olezzanti e roride
72Del gelo mattutin;
Ed alitar un lieve
Spirto su’ labbri miei...
Oh vita! E perchè un breve
Sospir d’amor non sei?
Ah! tutto il resto è tedio,
78Oltraggio e vanità.
E un sogno sol fu questo?
Misero E a me da canto
Più non ti trovo? E, desto,
Ti cerco invan tra il pianto?
Nè a me più colle tenebre
84Quel gaudio tornerà?
Vagheggerò solingo
Le stelle a te pensando;
Per erme vie ramingo,
Crederò udirti quando
Da lunge udrò di tibia
90Un dolce lamentar.
Ma se mi torni innante,
Oh! pel desio, pel duolo
Mio lungo, anco un istante,
Prego, un istante solo
Quel dolce riso arridimi
96Che l’ombre mi mostrar.