Sull’innocente viso
Scorrean le brune anella;
Raggianti eran nel riso
Gli occhi e la bocca bella,
Che tali più non risero 48Come in quell’ora a me.
Seco la scala ascesi,
Nè delle membra il pondo
Punto gravarmi intesi:
Era un salir giocondo,
Come le zolle a premere 54Di florido sentier.
A sommo giunti: Siedi,
Diceami; ed io Deh! teco
Restarne mi concedi,
Qui teco, sempre. — Oh cieco!
(L’altra proruppe) immobile 60Fra noi sorge il Dover.
Ma, ti conforta, ancora 167
Vedermi t’è concesso;
Ancor potrai brev’ora
Sederti a me da presso,
E favellarmi, e molcere 66L’acerbo tuo destin. —