Poesie (Carrer)/Odi/Odi amorose/La Protesta
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LA PROTESTA.
Come larva d’augurio funesto
Per quel crocchio m’aggiro e per questo
Dietro l’orme di cara beltà.
Chi mi vede sì torbido in faccia
Seguitar quell’amabile traccia,
6Qui costui, va dicendo, che fa?
Uno speco, da taciti e bui
Boschi cinto, ricetti costui,
Ove intero non penetri il dì.
Là ripari, novello eremita;
Là d’un frutto sostenti la vita,
12E d’un sorso che il rivolo offri.
Con un detto sentenza sì ria
Sperdi, o donna dell’anima mia
S’io son mesto, tu intendi perchè.
A te il fosco mio viso non spiace,
Non t’offende il mio labbro se tace;
18Parla il core, e sol parla di te.
Ah! tra i balli, i conviti, le feste
Non discenda il tuo riso celeste,
Un afflitto serbato a bëar.
Non discenda la cara parola,
Che quest’alma languente consola,
24Fra l’ebbrezza del gaudio vulgar.
Chi si mostra ognor lieto e ridente,
La virtù d’un tuo riso non sente;
Che si vaglia non sa un tuo sospir.
Mio quel riso, onde l’anime béi;
Del tuo petto i sospiri son miei:
30Ciò ch’è mio non volermi rapir.
Su me regna! vassallo devoto
Me ricevi. L’amarti è mio voto,
La mia vita a te sacro e il mio cor.
Oblïando il leggiadro tuo velo,
Come a nobile spirto di cielo,
36T’offro i sensi d’un tenero amor.
È a me sacra quell’aura che spiri;
Quella parte di ciel che tu miri
È la parte più bella del ciel.
Amo i lochi ove attesa tu arrivi,
Amo il tempio ove a’ giorni festivi
42Entri avvolta d’un candido vel.
Un tremore m’invade, se il muro
Che t’alberga da lunge affiguro:
Ah qual forza il mio piede rattien!
Al mio orecchio gradevole è il nome
Dell’ancella che fulve ha le chiome,
48E a’ tuoi cenni sollecita vien.
Se tra i balli passandomi a lato
Un tuo velo mi veggo lanciato,
Se un tuo guanto m’è dato raccor,
Alle labbra tremante l’appresso,
E coprirlo di baci non cesso,
54Di que’ baci ove stemprasi il cor.
Se il tuo braccio al mio braccio sopponi,
E per via meco scherzi o ragioni,
Sotto a’ piedi mi fugge il sentier.
Se alla mensa ti seggo vicino,
Manna il cibo, m’è nettare il vino,
60Parmi in ciel tra’ beati seder.
Ma se mai ti son fatto sì presso
Che respiri il respiro tuo stesso,
Sento un fiero desio di morir.
Ah! tal sempre la vita mi scorra:
Se tu m’ami, ogni gente m’abborra;
66Se tu m’ami, so tutto soffrir.
E dal ciel questo voto s’ascolti:
Pria che al sole per sempre sian tolti,
I miei lumi s’affisino in te.
Dalla tua la morente mia mano
Stretta venga; chè forse lontano,
72Cara donna, tal giorno non è.
Tu l’estremo mio fiato raccogli,
Nè pietosa al mio fianco ti togli,
S’ogni palpito in me non cessò.
Alle danze, ai conviti di pria
Riedi allor; ne membrarti che sia
78Freddo il core che tanto t’amò.