Piano regolatore di Roma 1883 - Relazione/Nuova via fra le Piazze di Fontana di Trevi e del Pantheon

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Nuova via fra le Piazze di Fontana di Trevi e del Pantheon
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Nuova via tra le piazze di Fontana di Trevi

e del Pantheon


Una parte centralissima della città, che esige assolutamente una grande strada traversa, perchè il transito, il traffico, il movimento della gente abbia modo di svolgersi fuori delle strette attuali, si è quella alla [p. 79 modifica]destra ed alla sinistra del Corso fra i dintorni del Pantheon e della Fontana di Trevi. Ed un’altra necessità è la formazione, o diciamo pure la sistemazione di due piazze decorose in questi due luoghi: che non sarebbe scusabile in un piano regolatore l'omissione di un qualche partito, che ridondi a decoro di due dei più insigni monumenti di Roma, uno antico e l’altro moderno. Alla piazza di Trevi si concentra il movimento, che proviene dalla via della Stamperia, dalla via dei Lucchesi, come diramazione della via Nazionale, dalla via del Lavatore, ove sarebbe notevolmente aumentato, quando si eseguisse il tunnel sotto il giardino reale. E alla piazza del Pantheon convergono le strade pure frequentatissime provenienti dalla Minerva, dalla via Argentina, da S. Eustachio, dalla via Randanini, dalla via della Maddalena.

Oggi questi luoghi così importanti non comunicano che per angusti vicoli, quali sono quelli dei Tre Ladroni, di Sciarra, delle Muratte, del Seminario, dei Pastini, di Pietra e delle Colonnelle.

Non vi sono che due modi per aprire un’arteria fra quelle due piazze. Il primo è di allargare a grande sezione la via delle Muratte sul lato sud in principio, e quindi sul lato nord sboccando al Corso; allargare ugualmente la via di Pietra tutta sul lato nord; demolire una parte del palazzo Cini per potere piegare alla via dei Pastini, e allargare finalmente quest’ultima. Il secondo dei modi consiste nell’aprire addirittura una strada nuova attraverso le aree e gli stabili privati. L’autore del piano regolatore, mantenendo la sua antica idea già disegnata nel primitivo piano di massima, sostiene il [p. 80 modifica]secondo; ed ecco in qual modo ne è sviluppato il progetto.

Innanzi la Fontana di Trevi si apre una vasta piazza, che si estende in lunghezza fino alla via dell’Umiltà, ed al piede della salita al Quirinale; la piazza però è in qualche modo divisa in due da una loggia a colonne libere, come alcuna se ne vede in qualche città della Toscana. Un’altra grande piazza è pure immaginata innanzi al Pantheon, ampliando assai la larghezza di quella attuale, portandola a forma quasi quadrata, conservando la fontana coll'obelisco ove si trova, lasciando la parte superiore alla circolazione, e la parte inferiore alle investigazioni archeologiche, con un partito analogo a quello tenuto già pel Fôro Traiano; col quale mezzo si potrebbero all’intorno dello scavo sostenere e rialzare alquanto le zone stradali che ora dichinano verso il prospetto del monumento. L’unione poi delle due piazze è immaginata in modo, che ponendosi sull'asse del Corso nel mezzo della Piazza di Sciarra si apra a destra un rettifilo stradale diretto alla loggia isolata al centro della Piazza di Trevi, e a sinistra un altro rettifilo che vada a collimare coll’obelisco della Piazza del Pantheon. Questa nuova via larga metri 15 (che più non si potrebbe per soggezioni locali) è in tutto lunga circa un mezzo chilometro, ed ha il seguente andamento. Attraversa dapprima i cortili del convento già delle Vergini, ora Intendenza di finanze; rade e abbatte in parte il teatro Quirino; passa per i cortili della proprietà Sciarra, e sbocca in Piazza di Sciarra a fianco del palazzo di questo nome, separandolo dal palazzetto. Prosegue poi pel vicolo di Monte Catino a fianco della Cassa di [p. 81 modifica]Risparmio, e demoliti gli ostacoli passa dietro l’antica Dogana di terra ora Camera di Commercio, e dinanzi la chiesa di S. Ignazio; poi seguitando a traverso il braccio posteriore del Palazzo Borromeo riprende la via dei Pastini, corretta e allargata, per raggiungere la Piazza del Pantheon. Questo tratto di strada si collega anche al Palazzo del Parlamento, allargando la via della Guglia fino alla tribuna della Chiesa degli Orfani.

La bellezza della descritta strada è indiscutibile, come indiscutibile è la necessità di aprire, invece delle attuali pericolose ed incomode, una comunicazione agiata fra i punti che si vogliono collegare. La Commissione doveva ad ogni modo esaminare, se per altri riguardi il progetto regge al confronto della possibile esecuzione del primo dei partiti accennati in principio di questo articolo. Si era obiettato, che la strada secondo il piano regolatore obbliga necessariamente all’ampliamento della Piazza di Fontana di Trevi, mentre allargando la via delle Muratte ciò non era necessario. Si può rispondere che avanti la Fontana di Trevi non vi è una piazza, ma un tramite largo metri 6: dunque bisognerebbe in ogni modo porre mano alle demolizioni, per dare alla così detta piazza larghezza uguale a quella che si assegnerebbe alla via delle Muratte, che non potrebbe essere inferiore a 15 metri. Posto adunque che il taglio incontro la fontana è inevitabile, meglio è protrarlo, fino almeno all’ingresso della immaginata via nuova. Si era pur detto che sarebbe stato più economico l’allargamento della via delle Muratte, profittando di una proposta del sig. Principe Sciarra, il quale avrebbe ceduto a prezzo di area nuda il terreno risultante dal [p. 82 modifica]ritiro volontario delle fabbriche, che intende ricostruire verso la detta strada. Ma si contrappone, che il signor Principe Sciarra non intendeva assegnare alle Muratte che 10 metri di larghezza; ora per una strada di tanto transito occorrendo 15 metri, qual prezzo non si dovrebbe pagare per un ritiro di 5 metri in più di larghezza ed in area tutta fabbricata? E posto che tuttavia ciò costasse meno che espropriare la zona interna della proprietà Sciarra, è evidente che nel tratto successivo fra la via delle Vergini e la Piazza di Trevi, costerebbe assai più espropriare tutte le fronti dei fabbricati, e gli appartamenti di riguardo, di quello che passare a traverso il vasto cortile degli Uffizi dell’Intendenza di finanze. Vantaggio economico dunque non ce n’è da questa parte: e dall’altra costerebbe assai più l’allargamento di via di Pietra a carico degli imponenti casamenti Pericoli e Piombino, non potendosi toccare l’antico colonnato, e a carico del palazzo Cini, di quello che allargare e sfondare il vicolo di Monte Catino e quelle case che volgarmente si chiamano i bureaux. Andiamo fino ad ammettere parità di spesa; ma in questo caso la scelta non è più dubbia, per ragioni di decoro e di estetica. Nemmeno ha valore il timore, che fra la nuova via e quella delle Muratte in Piazza di Sciarra resti una fronte di fabbricato disdicevole per esiguità; perchè risulta dal progetto, come è stato immaginato, e dalle misure locali, che quella fronte resterà di metri 24; lunghezza che non sempre si riscontra in alcuni dei più eleganti palazzetti della città. Insomma e Giunta e Commissione, dopo un esame speciale e accuratissimo terminarono unanimi coll’approvare il [p. 83 modifica]progetto, come è delineato nel piano regolatore; e noi ne raccomandiamo l’adozione al Consiglio. In quanto però alla proposta di costruire nella nuova piazza della Fontana di Trevi una loggia alla Toscana, per dimezzarne la estensione, si discusse fra noi se non convenisse meglio lasciarla aperta del tutto, sapendosi da qualcuno che il progetto compilato molti anni addietro sotto l’Amministrazione francese adottava la stessa grandezza, che ora proporrebbe l’ufficio municipale. Ma volendo rispettare l’opinione di chi, timoroso che il bell’effetto della fontana sia pregiudicato osservandola da un punto di vista relativamente troppo distante, noi anziché accettare fin da ora il correttivo della loggia centrale, che non corrisponderebbe più agli usi moderni, e che non saprebbesi in qual modo armonizzare col carattere architettonico della fontana, preferiamo lasciare al tempo la soluzione definitiva, suggerendo che vi si sostituisca per ora un giardino, che colle piante occulti od interrompa dalla metà superiore della piazza la vista della bella opera dell’architetto Salvi.

Ammettiamo infine le correzioni delle strade, che si accentrano alle due piazze di Trevi e del Pantheon, cioè quella di via del Lavatore e di via dei Giardini fino all’incontro del prolungamento di via Due Macelli; quella della via dei Lucchesi e degli Archi della Pilotta, ove raddoppiando gli archi attuali si ottiene una buona diramazione della via Nazionale; e quella della via Randanini e Pozzo delle Cornacchie per unire il Pantheon alla via della Scrofa; non che la demolizione dell’atrio della Chiesa di S. Eustachio, rispettando la casetta che le sta incontro dipinta in facciata dagli Zuccari, per [p. 84 modifica]agevolare l’altro collegamento della Piazza del Pantheon colla prosecuzione della via di Ripetta.