Piano regolatore di Roma 1883 - Relazione/I Lungotevere
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I Lungotevere
L’opera, che si eseguisce a cura del Governo, per la sistemazione del tronco urbano del Tevere, assegna alle strade riparie la larghezza di metri 14. Se questa è sufficiente nei riguardi idraulici, non può dirsi altrettanto nei riguardi edilizi; imperocchè i lungotevere di loro natura vanno a costituire due grandi arterie di traffico per l’intiera città, alla destra e alla sinistra del fiume, e due stradoni d’interno passeggio.
Per questo motivo l’autore del piano regolatore avrebbe ideato, almeno pel lungotevere di sinistra, di assegnare altri 6 metri alla sezione stradale; ma anzichè arretrare di altrettanto le facciate delle case o soggette a espropriazione, o da costruirsi di nuovo, vorrebbe guadagnare quella maggiore larghezza mediante portici sotto i fabbricati. Le spiegazioni date alla Commissione per giustificare tale proposta sono state le seguenti. Il nostro clima soggetto a forti venti, e assai caldo per molti mesi, farà rifuggire dai lungotevere, come luogo di diporto, durante certe stagioni e certe ore del giorno: tanto più che non vi si potranno piantare alberi, perchè le radici non abbiano a danneggiare i muri di sostegno, che devono funzionare da dighe. I negozi nei pianterreni delle fabbriche non potranno avere avviamento ed essere rimuneratori, per mancanza di movimento sicuro e continuo. Col marciapiedi coperto da portici si correggerebbero questi inconvenienti. Un porticato della lunghezza di circa 3 chilometri dalla passeggiata di Ripetta al Ponte Rotto, salvo le interruzioni delle vie che fanno capo al lungotevere, sarebbe una novità che non ha riscontro nelle altre città attraversate da un fiume. E questo porticato anziché malinconico e monotono, come avviene per le strade lunghe, rette e fiancheggiate da ambo i lati da fabbriche, dovrebbe riuscire assai dilettevole per continua varietà di scena, atteso il suo andamento a grandi curvature, e attesa la vasta apertura dalla parte dell’alveo.
Queste considerazioni hanno certo il loro valore, e sulla necessità di ampliare la sezione dei lungotevere la Commissione fu unanime; però da alcuni Commissari si contrapponevano altre riflessioni. Qualcuno diceva, che si comprende l’adozione dei portici nelle città settentrionali, non già pel clima di Roma, e che essi nuocerebbero anziché giovare ai negozi, i quali verrebbero a trovarsi in qualche modo nascosti. Qualche altro si preoccupava del loro buon effetto artistico; perchè a prescriverli uniformi, non potrebbero armonizzare col vario genere e disegno dei prospetti delle case; ed a permetterli differenti l’uno dall’altro per altezza e per forma, riuscirebbero uno sconcio invece di un abbellimento. Si rifletteva eziandio, che la continuità del porticato non si sarebbe potuta mantenere, perchè di quando in quando s’incontra qualche edifizio importante che conviene rispettare, dovesse pure conseguirne un parziale restringimento della via ripuaria. Altri finalmente esponeva il timore, che i portici nei tratti prossimi ai quartieri meno civili favorirebbero il rifugio di merciai ambulanti, e il ritrovo di oziosi, con poca decenza e sicurezza, e forse con qualche pericolo per l’igiene. Dopo ciò, e intesa in proposito anche la Giunta, che in massima era stata favorevole all’idea del portico per lasciare più libera la carreggiata stradale, si decise di proporre al Consiglio la seguente deliberazione: che il lungotevere sulla riva destra in Prati di Castello abbia a farsi della larghezza di metri 30 e alberato; e che in tutto il resto, tanto sulla riva sinistra, che sulla destra debba portarsi alla larghezza di metri 20, salvo a mantenerlo più stretto nei punti, ove esistono edifizi da conservare come il palazzo Falconieri, la Chiesa di S. Giovanni dei Fiorentini, l’Ospedale di S. Spirito, il Manicomio, ecc., e salvo a compensare la deficienza di larghezza con portici sotto le case, in quei tratti compresi fra i punti di soggezione suaccennati, e dove fosse opportuno evitare troppo frequenti risalti o rientranze nella linea de’ fabbricati.
Infine la Commissione non può chiudere questo articolo senza far conoscere al Consiglio, che essa nel trattare dei lungotevere pose mente alla circostanza, che una parte di essi dovrà costruirsi in rilevato di qualche metro, rispetto al livello delle contrade circostanti; in ispecie sulla riva sinistra, fra ponte Sant’Angelo ed il Popolo. Per ovviare al pericolo, quantunque remoto, di una rotta, dove detti rilevati dovranno operare come veri e proprii argini, per contenere le piene del fiume, la Commissione stessa raccomandò alla Giunta, ed eguale raccomandazione propone sia fatta dal Consiglio, perchè d’accordo col Governo quei rilevati si colleghino alle strade ed alle parti più basse, con rampe di accesso e spalti presi a conveniente distanza, ed in modo da rimanerne rafforzati così, da togliere ogni più lontano sospetto di poca sicurezza.