Periodi istorici e topografia delle valli di Non e Sole nel Tirolo meridionale/Topografia della Valle di Non/Quartiere di mezzo

Quartiere di mezzo

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Quartiere di mezzo.


L
A Pieve di Cloz segue dopo l’accennata giurisdizione di Castelfondo: essa è composta di due Ville dette di S. Maria, e di S. Stefano, ed ha la chiesa parrocchiale in mezzo. Ha una mediocre campagna, ed i suoi prodotti sono analoghi a quelli della prossima Pieve di Revò, ma il vino è inferiore. Sopra la Villa di S. Stefano si ritrova una casa diroccata detta Castelfava con una picciola appartenenza di campagna: questo è un feudo de’ Conti d’Arz.

Lauregno situato a sera di Cloz nel monte non produce che grano, viene formato da trenta masi dispersi, e più nell’alto otto masi formano la così detta Sinablana. Tutti questi masi sono soggetti all’investitura urbariale di C. Fondo, e pagano al medesimo annuo livello. Il metodo di vivere, ed il linguaggio di questo luogo è tedesco; l’idioma però è assai cattivo, perchè frammischiato con voci italiane: all’articolo di Proves si dirà della venuta di questi tedeschi nelle nostre Valli.

La Pieve di Revò confina con quella di Cloz, ed indi viene separata dalle altre Pievi per mezzo di Valli picciole, ove sono li ponti di comunicazione. La Villa di tal nome situata a mezzogiorno della Valle alle falde del monte Ozolo è di mediocre grandezza, ma non piana. La chiesa parrocchiale è separata: l’anno 1804 fu ornata con un magnifico altare di marmo d’ordine corinto proveniente dalla soppressa chiesa, e monache della Trinità di Trento. Li marmi sono quasi tutti forestieri. Ha una torre che sembra ne’ bassi tempi essere stata convertita in campanile: l’iscrizione romana quivi ritrovata, e della quale abbiamo parlato nella Storia, sembra verificare quest’opinione, e dimostrare la sua antichità. L’anno 1778 fu fatta a spese pubbliche, e col dispendio di otto e più mila fiorini una tradotta d’acqua dal torrente Pescara, che riesce di grande vantaggio. Siccome questa Villa ha molte colline esposte al sole, così in questo il vino riesce buono, principalmente il rosso, e lasciato invecchiare acquista buon saporito; per altro è potente. Antonio Roschmanno l’anno 1740 pubblicò un’operetta tedesca,1 e descrivendo i migliori vini tirolesi, tra questi annovera quelli di Revò; doveva però lo scrittore distinguere li vini delicati delle colline al piano da quelli dei monti. Il suo clima è de’ più temperati della Valle, e vi anticipa la primavera. Qui si ritrova domiciliata una linea dei Conti d’Arz, che ha un palazzo fabbricato al principio del passato secolo. Di questa famiglia si parlò all’articolo Arsio. In Revò nacque Carlo Antonio Martini li 15 Agosto 1726. Compiti egli in Tirolo i suoi studj, si portò a Vienna, ove ebbe occasione di spiegare li suoi talenti. Al principio dell’anno 1752 fu spedito con l’ambasciata cesarea in Ispagna. [p. 101 modifica]Ritornato l’ anno 1754 fu prescelto per Professore del diritto naturale, e fu il primo, che nell’ Università di Vienna spiegasse tal scienza. Pubblicò le Posizioni del diritto naturale sul sistema di Wolfio, ed indi le Esercitazioni, che servono di spiegazione, e sono un capo d’opera di erudizione sopra la legge naturale. L’anno 1760 fu impiegato nella Commissione aulica degli studj, e spiegò il diritto al R. Arciduca Leopoldo, che fu poi Imperatore, il che eziandìo adempì co’ susseguenti Reali Arciduchi con soddisfazione dell’augusta Maria Teresa, la quale l’anno 1764 lo promosse al supremo Tribunale di Giustizia come aulico Consigliere: egli riformò l’Università d’Innsbruck, come si disse nella Storia, e l’anno 1765 pubblicò le sue Posizioni sopra il diritto universale pubblico. Fu impiegato in diverse importantissime commissioni, ed influì non poco all’abolizione della tortura negli Stati ereditarj. L’anno 1774 dal Tribunale di Giustizia passò come Consigliere alla Cancelleria suprema di Boemia ed Austria. Creato Barone del S. R. I. e conferitagli la Croce dell’Ordine di S. Stefano, fu promosso al Consiglio di Stato negli affari interni. L’anno 1785 da Giuseppe II. fu innalzato al grado di Consigliere intimo attuale di Stato. Sotto il breve governo di Leopoldo II. conservò tutti questi impieghi; ma il regnante augusto Francesco II. lo creò Presidente di Giustizia nella suprema Cancelleria degli affari politici, e giudiziali. Oltre questo ebbe il Presidio della Commissione legislativa, nella quale occasione diede alla luce il Codice delle Leggi civili, che serve attualmente per le due Gallizie, pubblicato con sovrano editto li 15 Febbrajo 1797. Sopraffatto da un marcasmo senile, che gli continuò per qualche anno, e carico di meriti verso lo Stato, e la Patria, avendo promossi diversi degni soggetti, li 7 Agosto 1800 in età d’anni 74 passò in Vienna a miglior vita.

Romallo, Villa poco distante, situata in una ridente pianura, ma alquanto palustre, produce gli stessi frutti. Nel secolo passato Simeone Andrea Bertolini nato li 30 Gennajo l’anno 1736, d’anni 16 si applicò allo studio, ma abbandonatolo l’anno 1755 si fece Soldato; servì nella guerra di sette anni nel reggimento Pelegrini, avanzando di grado, da semplice soldato l’anno 1794 nella guerra colla Francia divenne Maggiore del reggimento: sorpreso però da febbre putrida li 10 Marzo dello stesso anno morì in Lichtenthal vicino a Neüviden nell’età d’anni 59.

Cagnò, anticamente Cagnau, Villa che giace a sera di Revò: una Valle la separa dalla Pieve di Livo, per la quale passa il torrente Pescara. L’anno 1785 fu fatta una tradotta d’acqua per irrigare li prati: sotto la Villa si veggono le vestigia d’un antico castello detto il Castellazio: apparteneva alla famiglia di Cagnou della quale, si ritrovano memorie nell’ undecimo , e decimoterzo secolo2, e conviene metterla co’ feudatarj: venne poi a mancare, non sapendosi il tempo, e parte di questi diritti feudali passarono alli Conti di Thunn. I prodotti sono gli stessi che quelli delle altre due Ville. [p. 102 modifica]

Tregiovo è colmello unito con Revò, ma distante due ore, in luogo alpestre: quivi non cresce più vino, e nemmeno si maturano tutte le spezie di grano. Fu nel passato secolo fabbricata con grande stento di questa picciola popolazione una nuova chiesa, quale li 18 Agosto 1799 fu consecrata da monsignor Emmanuele Maria de’ Conti di Thunn ed Hochenstein Vescovo di Iasso, allora Suffraganeo, e poi eletto Vescovo Principe di Trento.

La Valle di Rumo è un complesso di picciole Ville, che formano un piano inclinato: Plazeri, Corte, Mion, Marzena colla chiesa curaziale, Mozenigo, Lanza. Quì già principiano le malghe. Un rivo detto il Rumer, che va a perdersi nella Pescara, la separa dalla Pieve di Livo. I prodotti consistono in grani. Nel secolo passato fiorì Bartolommeo Bertola meccanico, ed eccellente fabbricatore di orologi da camera, e campanìle; molti anche ne furono spediti in Stati esteri: morì li 15 Gennajo 1789 d’anni 86.

Proves, luogo alpestre composto di venti masi, e tre separati detti a Valorz, in un clima frigido, confina per via di malghe e monti colla Valle di Ulten, Ultimis: da queste malghe di Revò, e Cloz sortono due rivi, quali uniti formano il torrente Pescara, assai scarso di pesci, il quale passa per la Valle de’ Ferari di Lauregno, ed indi sotto Scana dopo essere stato accresciuto da altri rivi si precipita nel Noce. Il metodo, e la lingua di questi masi sono tedeschi: la tradizione porta, che queste popolazioni tedesche siansi introdotte all’occasione di cercare miniere, e che la prima sua origine siano stati i Canopi: in fatti ritrovansi degli scavi ne’ monti, che poi furono abbandonati: bisogna credere, che i Rotemburgi, che aveano la giurisdizione di C. Fondo, abbiano dati de’ terreni, e selve per piantar masi a questi tedeschi, e così potersene servire anche nelle loro spedizioni, mentre questi masi, come pure quelli di Lauregno, pagano tutti de’ livelli all’Urbario Dinastiale di C. Fondo: si potrebbe dire, che queste popolazioni tedesche si fossero diramate da Senale, mentre per causa de’ Canonici Regolari ivi già in tempi rimoti stabiliti, come abbiamo veduto all’articolo Senale, convien credere, che per servizio dell’ospizio, e chiesa di Senale siano stati allettati a stabilire una popolaziane tedesca. Abbiamo un manoscritto dell’anno 1752 composto da un sacerdote Borzaga Curato di Proves, quale scrive aver ritrovato, che l’anno 1357 fu eretta una Cappella: questo appunto corrisponderebbe alla Signoria de Rotemburg in C. Fondo: e che circa l’anno 1543 vi fu aggiunto il campanile. Produce poi un documento di Sigismondo Alfonso Vescovo di Trento de’ 10 Settembre 1672: da questo appare, che aveano questa cappella ma senza sacerdote, e che venivano provveduti dalli Curati di Rumo. Forse il tempo scuoprirà il di più intorno alla venuta in queste Valli di queste popolazioni tedesche.

Cles Borgo, lat. Clesium, situato a mattina in un’amena , ma alquanto bassa pianura, capo luogo delle Valli: quivi dimora l’Assessore che esercita la giurisdizione civile, e criminale sopra le Valli, con un Vicario per le cause minori: vi sono lastricate le strade principali, sonovi molte fonti d’acqua dolce, che mancano in tante Ville; le case sono pulite, e molte ridotte al presente gusto; si contano persone, e famiglie d’ogni classe, [p. 103 modifica]che esercitano un traffico per una Valle riguardevole. Molte sono le filande della seta, e nella stagione sono impiegate molte persone, e la seta si spedisce, come abbiamo osservato nella Introduzione alla storia. Non mancano professionisti, nè causidici. Avanti alcuni anni si sono erette le Scuole Normali, e nell’anno 1803 da dilettanti fu aperto un Teatro. Veramente se si osservasse quanto il B. Bielefeld 3 ricerca ne’ Teatri, l’istituto di questi sarebbe utile, dovendo essere la scuola de’ costumi, della lingua, e della civiltà. La chiesa parrocchiale veramente non è proporzionata al luogo, ma la sua sagristia l’anno 1726 fu dal Canonico B. di Cles per donazione fornita di ragguardevole suppellettile. Il Parroco d’ordinario è Decano Foraneo. Hassi anche un ospedale per alcuni ammalati, come pure un Convento di Riformati di S. Francesco eretto l’anno 1631. Questo ha una Biblioteca ove ritrovansi opere scelte, e di considerazione. Le contigue campagne sono fertili d’ogni sorta di granaglia di buona qualità, vi sono molti alberi, e gelsi; il prodotto del vino non è abbondante, nè per la qualità è de’ migliori. I prati sonovi in proporzione; nella state queste campagne offrono ameni passeggi.

Castel Cles posto in eminenza poco distante dal Borgo, vasto, e grande, con colonne, e portici fu fabbricato secondo il Brandis l’anno 1536, 4ma non molti anni dopo, come porta la tradizione, fu abbruciato, e poi nuovamente rifabbricato. La famiglia di tal nome sembra originaria di queste Valli, e che abbia preso il nome dal vicino Borgo; dell’origine de’ cognomi abbiamo parlato nell’Introduzione. Nelle investiture vecchie tedesche viene scritto Glös, e nelle trentine Clos. Vitale di Cles viene rammentato nell’anno 1144, e Arpone di Cles5si ritrova come testimonio ad un atto del 1183 avanti il Vescovo di Trento Salomone. Friderigo di Clesio6figlio di Arpone all’anno 1241, e 1246 viene annoverato come il decimo Decano della Cattedrale di Trento. A questi tempi ritroviamo anche li Cles ascritti all’ordine equestre nella matricola tirolese. Col seguito del tempo divennero Baroni, e conseguirono la dignità di camerieri ereditarj della Contea del Tirolo; se crediamo al Conte Brandis7il primo diploma di questa concessione si è di Ferdinando I. l’anno 1525, abbenchè sembri più antico il possesso di tal dignità. Ma più di tutti il lustrò questa Famiglia Bernardo Clesio, del quale abbiamo parlato nell’Istoria: ci resta però da dire, che egli nacque li 12 Marzo 1485, e fece gli studj con tanta lode nella celebre Università di Bologna, che gli furono conferiti gli onori accademici, i quali a questi tempi parcamente si conferivano dalle Università, e solo per merito: abbracciò lo stato ecclesiastico, e li 12 di Giugno 1514 come Decano del Capitolo nell’età d’anni [p. 104 modifica]29 fu eletto Principe Vescovo di Trento. Divenne Cardinale, e come appare da un diploma 8 di Ferdinando I. Re de’ Romani dei 20 Marzo 1538 egli copriva la dignità di Presidente del Consiglio di Stato, di supremo Cancelliere, e di Luogotenente delle Provincie dell’Austria superiore. L’anno susseguente fu postulato al Vescovato di Bressanone, ed il giorno del suo possesso li 28 Luglio 1539 sopraffatto da malore nel convito, e come alcuni pretesero, da veleno, poco dopo rese l’anima al Signore nell’età d’anni 54 e mesi 4. Il cadavere trasportato a Trento fu sepolto nella Cattedrale con iscrizione riportata nelle Notizie di Trento. 9 Fece egli costruire delle magnifiche fabbriche, oltre il proprio castello. Fu da lui aumentata la residenza principesca in Trento, e la chiesa di S. Maria Maggiore, alla quale v’aggiunse quel famoso organo: furono pure da lui fatte erigere la chiesa parrocchiale di Cles, la chiesa di Civezzano, e quella di Levico. Compose la differenza, che vertiva per la giurisdizione sui Nobili nel Trentino, e si convenne, che i Nobili creati avanti Massimiliano I. restassero esentati dalla giurisdizione trentina, e sottoposti all’austriaca del Tirolo: ciò seguì l’anno 1523. Il Pincio scrisse la vita di questo Cardinale; a noi basterà questa brieve notizia.

Li 20 Settembre 1804 scavando a caso nei Campi neri situati sopra le case di piazza a sera del Borgo, fu ritrovata la seguente Iscrizione incisa in una picciola pietra:

M . PROPE
RTIUS . TERTI
E . M . P . Q . F . SAT
DON . P . V . S


Questa Iscrizione è stata interpretata dal Proprietario di questi Campi il Consigliere del Giudizio Provinciale ai Confini d’ Italia Agostino de’ Torresani nella seguente maniera:

Marcus . Propertius . Tertius . Et . Marcus . Propertius . Quartus
Filius . Saturno . Dono . Posuerunt . Voto . Soluto.


Mechel, ossia Meggel è un Villaggio sopra Cles alle falde del monte di poca estensione. V’era una volta il castel S. Ippolito, che fu distrutto nella rivoluzione dell’anno 1407, ed indi abbandonato: la famiglia di tal nome molto figurò ne’ secoli di mezzo, come appare 10; ma dopo quest’epoca venne a mancare, e li feudi in buona parte passarono alla casa Firmian, e ad altri feudatarj. Ne’ Fasti Tirolesi de' Nobili non si ritrova famiglia di tal nome; ciò fa formare una conghiettura, ch’ella discendesse dalla famiglia di qualche altro feudatario, e poi, fabbricato il castello, prendesse tal nome. Ora poi havvi un castello, che sembra piuttosto 11 un palazzo, che porta il nome della Villa, feudo della casa de’ Conti e Signori di Firmian Marescialli ereditarj del Principato di Trento: dopo che questa famiglia trasportò il suo domicilio nel Circolo Bavaro il palazzo andò in decadenza, e la Villa perdette il suo lustro. Di questa famiglia abbiamo scrittori tedeschi, ed italiani: il tutto compilò poi il P. Bonelli nelle sue notizie in calce al t. 1. Antichità Fimiane. La matricola del Tirolo li pone all’anno 1234. La prima sua origine si deve al castello situato a fronte della città di Bolgiano compreso nella Giurisdizione di Eppan, nella nostra lingua detto la Muda, ove il ponte dell’Adige porta alla città; alcuni pretendono, che questo ponte fosse l’antico ponte di Druso. Questo castello conservò il nome del padrone sino che Sigismondo Arciduca d’Austria ne fece l’acquisto da Niccolò di Firmian, ed avendolo ristaurato ordinò l’anno 1473 che fosse [p. 105 modifica]chiamato Sigmundus Cron, cioè Corona di Sigismondo; 12 serve ora di Arsenale provinciale; per altro la famiglia Firmian tiene ancora la pesca sull’ Adige in quel distretto del castello. Ritroviamo all’ anno 1490 questo Niccolò di Firmian gran Capitanio all’ Adige. Omettendo tanti altri Personaggi illustri, giova qui nominare Leopoldo Ant. Eleuterio Arcivescovo di Salisburgo eletto li 4 Ottobre 1727, e morto, li 28 Ottobre 1744; di questo si possono vedere gli Annali Salisburghesi. Alla nostra Istoria interessa Leopoldo Ernesto eletto Coadjutore al Vescovato e Principato di Trento li 29 Maggio 1748, il quale fece diversi utili regolamenti sì per la disciplina ecclesiastica, che pel governo politico, visitò esemplarmente tutta la Diocesi, finchè l’ anno 1755 fece la rinunzia al Trentino, e ritirossi al suo primiero Vescovado di Seccovia; indi l’ anno 1763 fu eletto a quello di Passavia, ed in seguito creato Cardinale, morì li 15 Marzo 1783 d’ anni 57. Possiede questa cospicua famiglia diversi feudi nel Tirolo, ed in Val di Non, e la Giurisdizione di Mezzo Tedesco, ritrovandosi nella chiesa parrocchiale di quel luogo un’ iscrizione, che, come inedita, aggiugniamo, venendosi, con essa in cognizione delle cariche occupate in quest’ ultimi tempi da quattro fratelli.

D. O. M.
FRANCISCO . FIRMIANO . COMITI . CAROLI . VI. FRANCISCI . I. NEC . NON
MARIÆ . THERESIÆ . AVGVSTORVM . A . CONSIL . INTIMIS
ET
BARBARÆ . ELISABETHÆ . EX . THVNIIS . COMITIBVS . VXQRI . EJVS
DVLCISSIMÆ . SANCTISSIMÆQVE . FOEMINÆ
LEOPOLDVS . S. R. E. CARDINALIS . EPISCOPVS . ET . PRINCEPS
PASSAVIENSIS
CAROLVS . AVREI . VELERIS . EQVES . CÆSARVM . A . CONSILIIS
INTIMIS . ET . LONGOBARDIÆ . MINISTER . PLENIPOTENTIARIVS
LACTANTIVS . CAROLI . VI. FRANCISCI . I. IOSEPHI . II. ET
MARIÆ . THERESIÆ . AUGVSTORVM . A . CONSILIIS . STATVS
ET . SALISBVRGENSIS . AVLÆ . SVPREMVS . PREFECTVS
VIGILIVS . EPISCOPVS . OLIM . LAVANTINVS . S. R. I. PRINCEPS
ET . PRÆPOSITVS . SALISBVRGENSIS
PARENTIBVS . DVLCISSIMIS . FIRMIANI . GERMANI . FRATRES
MÆSTISSIMI . P. P.
OBIIT . FRANCIS. I. MAII 1756 ÆTATIS . ANN. 69.
BARBARA . 27. NOVEMBR. 1760. ANN. 79.

[p. 106 modifica] Del Conte Carlo di Firmian è poi comparsa in Italia un’iscrizione da persona dotta estesa; ed è così

CAROLO . COMITI . DE . FIRMIAN
GENERE . MAGNO . VIRTVTIBVS . MAJORI
RELIGIONE . MAXIMO
PRIMVM
MARIÆ . THERESIÆ . AVGVSTÆ
DEIN
CÆSARIS . IOSEPHI . II. . AVGVSTI
GRATIA . ET . CLEMENTIA
AMPLISSIMIS . NOVISQVE . HONORIBVS
AVCTO
FERDINANDO . ARCHIDVCI . AVSTRIÆ
CARO
LEGATIONIBVS . FELICITER . OBITIS
SVMMIS . MVNERIBVS
PRVDENTER . INTEGRE . INCORRVPTE
EXPLETIS
IVSTITIÆ . ET . VERITATIS . STVDIO
MORVM . CANDORE
ANIMI . LIBERALITATE
EXIMIO
SCIENTIARVM . ET . BONARUM . ARTIVM
AMICO . CVLTORI . PATRONO
VIRO
OMNIVM . BONORVM . CONSENSV
OPTIMO
IVSTA
OBIIT . MEDIOLANI 1782. ÆTATIS 68.


Tra gli uomini illustri del sec. XVIII. di queste Valli conviene annoverare Don Francesco Borghesi di questo luogo. Divenuto Sacerdote si [p. 107 modifica]portò in Rumo, ove all’occasione che colà dimorava il celebre artefice d’orologi Bartolommeo Bertola13 s’applicò allo studio delle scienze matematiche, ed astronomiche, e tanto profittò, che disegnò l’anno 1763 una macchina, che conteneva tutte le costellazioni celesti, e questa fu anche esattamente eseguita. Ciò non bastò, che l’anno 1764 ne fabbricò un’altra, che conteneva tutti due i sistemi, o ipotesi del mondo, 14 e la presentò all’augusta M. Teresa. Fatta esaminare la macchina fu ritrovata esatta, e collocata nel Tesoro di Corte, e dopo qualche anno donata all’Università d’Innsbruck, ove conservasi. Al Sacerdote fu assegnata una pensione vitalizia di fiorini 400. Era egli nato l’anno 1723; morì in Meggel li 13 Giugno 1802, avendogli mancata la mente avanti qualche anno.

La Villa di Dres è poco distante dal Borgo. Caltrone è in eminenza situato verso Val di Sole, e monte Faè, ed appartengono ambedue a questa Parrocchia, come pure Majano più picciola Villa, che giace verso la Pieve di Tassullo: di questi piccioli Villaggi nessuna cosa resta da rimarcare avendo gli stessi prodotti del Borgo.

La Pieve di Tassullo segue a quella di Cles: i suoi prodotti, e la sua situazione sono pure a quella analoghi; ma scarseggia di acque, onde mancano li prati, dovendosi supplire co’ prati di monte. Ella è divisa in due distretti, uno de’ quali si chiama le quattro Ville. Tassullo capo luogo ha la chiesa parrocchiale: la palla dell’Altare è di Martino Teofilo.15 Nello scorso secolo fiorì il Decano B. de’ Pilati, intorno al quale si possono veder le Storie Trentine, ove tutto fu inserito.

Carlo Antonio de’ Pilati nacque in Tassullo li 29 Dicembre 1733, fece gli studj maggiori nell’Università di Salisburgo, ed approfittò tanto, che fu ricercato Professore di leggi a Trento, e per varj anni coprì con somma lode tal impiego; pubblicò un’opera sopra la legge naturale, ma l’anno 1767 si applicò ad altri studj, e viene a lui attribuita la tanto famosa Riforma d’Italia, che uscì in quell’anno in ottavo di pag. 354. stampata in Coira colla data di Villafranca: abbandonò dipoi la Cattedra di Trento, e passò a Berna, poi a Gottinga, indi a Berlino, ed in Danimarca, ove il regnante Cristiano VII. lo decorò del titolo di suo Consigliere. Fatto ritorno si portò in Italia, ed in altre parti dell’Europa. Il suo soggiorno nel paese fu breve, e pubblicò altre opere, che non portano il suo nome, e giornali letterarj, e relazioni di viaggi. Salito Giuseppe II. sul trono si portò a Vienna, e dimorò in quella Capitale anche sotto Leopoldo II., finchè ritornato si trattenne in Bolzano per assestare le ordinazioni del Magistrato mercantile. Scoppiata la guerra nel Tirolo, si ritirò a Tassullo, e veniva consultato tanto da quelli del paese, quanto dagli esteri, e spiegava senza riguardo i suoi sentimenti, ed era benefico verso i poveri. Fu poi nell’ultima invasione impiegato nel Consiglio di Trento, come [p. 108 modifica]accennossi nella Storia: cessata poi quella, si ritirò di nuovo a Tassullo, ove fu sopraffatto da una discrazía d’umori, che fu incurabile; morì li 29 Ottobre1802 nell’età d’anni 69. Un elogio funebre di questo letterato, che scriveva con forza e vivacità in più lingue, si ritrova inserito nel Giornale Italico 1803 al n. 10., ed in seguito in altri. 16 Un amico del defunto, e dell’autore, che si ritrova al supremo tribunale di Giustizia in Vienna come aulico Consigliere, lo descrive in poche parole: Uomo di rari talenti, e di estese cognizioni.

Rallo è un Villaggio in poca distanza da Tassullo, di picciola estensione: ne’ secoli di mezzo fioriva tra li feudatarj una famiglia, che portava tal nome di Rallo; venne a mancare, ed i suoi feudi furono conferiti ad altri, essendoci nascosto il di più. Nel secolo passato dalla famiglia de’ Baroni Cristani quì domiciliati sortirono distinti soggetti. Verso l’anno 1730 il Cancelliere di Corte dell’Arcivescovo di Salisburgo era di tal nome, e sotto di lui succedette l’emigrazione de’ Protestanti: questi lasciò un figlio per nome Carlo, che fu Consigliere intimo attuale e del Governo d’Innsbruck; morì avanti qualche anno nella Svevia. Gio: Niccolò nato li 13 Giugno 1731 dopo varj impieghi fu dall’augusta Maria Teresa creato Consigliere, e promosso nel dicastero di Milano morì li 26 Giugno 1776 nella fresca età di 45 anni, compianto da tutti: era versato nelle scienze politiche.

Le picciole Ville di San Zenone, e Campo formano il resto delle quattro Ville con Pavillo, che giace in qualche eminenza.

Tuenno, il più grande Villaggio della Pieve, è discosto dalle altre Ville; ricava questo dal monte, e dalla Valle di Tovel un ragguardevole emolumento per le legne di varie sorta, che taglia ogn’anno: verso l’estremità di questa Valle di Tovel si ritrova il lago di tal nome della lunghezza d’un’ora e mezzo, e mezz’ora di larghezza; appartiene alla famiglia de’ Conti di Firmian a titolo di feudo mensale, e pescanvisi de’ squisiti salmarini, ma ordinariamente non tanto grandi. Vi si ritrovano eziandio altri piccioli laghetti, che appartengono alla Mensa principesca: da questi laghi sorte il torrente Tresenega, che produce ottime trote, e poi si scarica nel Noce. Negli scorsi secoli di mezzo in Tuenno si ritrovava un castello di tal nome co’ feudatarj, ma fu distrutto, come abbiamo accennato nella Storia, e mancò la famiglia di tal nome. Nel passato secolo fiorì Gio: Michele Conforti, che salito per varj impieghi divenne Consigliere aulico al supremo Tribunale di giustizia, fu creato Barone, e morì in Bolzano li 19 Novembre 1793 nell’età d’anni 72.

Nano è l’ estrema Villa, che abbonda di gelsi, con aver poco distante la picciola Villetta di Portolo: i prodotti sono gli stessi di quelli della Pieve, eccetto che il vino di Nano è il migliore della parrocchia. In qualche eminenza sopra la Villa di Nano si ritrova un castello di tal nome; non ci possiamo assicurare, se sia stato fabbricato nel luogo, ove era situato l’antico castello, del quale abbiamo parlato nella Storia. Cristoforo [p. 109 modifica]Cardinale Madruzzo17 Vescovo e Principe lo fece ergere dai fondamenti nel secolo XVI., e lo diede a titolo di feudo mensale alla sua famiglia, estinta la quale, passò alla Mensa principesca, che ora lo possiede con un urbario. Il castello è circondato da un bel recinto di muro quadrato, e tutta la fabbrica è sostenuta da interne volte: abbiamo veduto soggiornarvi talvolta i Principi Vescovi, tra’ quali Domenico Antonio de’ Conti di Thunn fece in questo castello villeggiatura. Havvi non lungi una Valle detta della Paglia, per la quale passa un rivo, che poi si perde nel Noce.

Castel Valler è poco distante da Tassullo: sembra aver data occasione alla fabbrica di questo castello una vecchia torre di figura ottangolare tutta di pietre massiccie, poichè vi si scorgono varie aggiunte. Pare che gli abbia dato il nome di Valler la chiesa, o cappella, che ivi trovasi di S. Valerio. Per quanto si può ricavare, ne’ rimoti tempi apparteneva alla famiglia Greiffenstein, estinta la quale fu dato in feudo ai feudatarj di Corredo, che poi lo rinunziarono, e passò verso l’anno 1320 a titolo di feudo alla famiglia de’ Conti di Spaur, della quale siamo brevemente per ragionare. Questa famiglia presentemente è molto diramata, ed a nostra notizia è pervenuto, che sia formata come segue: due linee in castel Valler, due a Flavon, una a Spor minore, una a Mezzolombardo, una in Innsbruck, una in Salisburgo, e una a Schwaz. Questa famiglia non è originaria del nostro Paese; ma deriva da Volkmaro Signore di Purgstall18. Questo è un picciolo Villaggio, ove in eminenza si ravvisa un’antica torre, ed il resto del castello deve essere stato abbandonato. Questa Villa forma una Dinastia due ore sotto Merano alla sinistra dell’Adige, e tutt’ora viene posseduta dai Conti di Spaur. Questo Volkmaro, mancati tra gli anni 1320 e 1330 gli antichi feudatarj di Spor, e Conti di Flavon, oltre l’antichità della famiglia, essendo in allora Gran Capitano all’Adige, e Burgraviato del Tirolo, ottenne da Enrico Re di Boemia, Duca di Gorizia, e Conte del Tirolo, il quale morì in castello Tirolo li 4 Aprile 133519, l’investitura de’ contadi di Spor, e Flavon, C. Valler, ed altri feudi. Li discendenti di Volkmaro lasciarono il nome di Purgstall, ed abbandonato tal luogo si domiciliarono in Val di Non, e presero il nome di Spaur semplicemente, ritenendo il nome di Purgstall per predicato, e così furono inseriti l’anno 1361 nella matricola del Tirolo, venendo con ciò a distinguersi, come osserva il citato Gaven, la famiglia Spaur da quella di Purgstall, che esiste nella Carniola. Sortirono mai sempre da questa cospicua famiglia soggetti, che coprirono riguardevoli dignità nella chiesa, e nello stato, ma accennare tutti questi eccederebbe la nostra brevità, e già fassi menzione di molti nelle notizie trentine, e n’abbiamo memorati nella Storia. L’anno 1464 per meriti furono creati Baroni, ed indi Conti, e poi Coppieri ereditarj della Contea del Tirolo. Leone fu il primo Vescovo di Vienna. Verso l’anno [p. 110 modifica] 1480 Gio: Tommaso Vescovo di Bressanone governò; quella chiesa 13. anni, e morì li 25 Febbrajo 1591; di questo ne fa onorata menzione Lodovico Dolce. 20 Tralasciando altri Vescovi di varie chiese , tra questi Gio: Michele fu Vescovo e Principe di Trento. Monumenta Eccl. Trid. pag. 249. Giorgio Federico fiorì l’anno 1705 Commendatore Provinciale di Bolzano; Gio: Antonio fu Presidente, e Governatore d’Innsbruck morto l’anno 1712; e Giovanni Francesco coprì la medesima dignità; questo morì l’anno 1759, tralasciandone altri. Leopoldo Maria fu l’anno 1740 Decano di Bressanone, indi Principe e Vescovo, e governò quella chiesa con grand’ esemplarità per molti anni; era stimato dall’augusta M. Teresa, e morì li 31 Dicembre 1778 nell’età d’anni 82. Eragli succeduto suo nipote Ignazio, pria eletto Coadiutore; ma questo morì li 9 Marzo 1779; gli successe il Vescovo di Seccovia Giuseppe fratello di Ignazio, che saggiamente governò quella chiesa, morì li 26 Maggio 1791 nell’età d’anni 73.

Conchiuderemo quest’ articolo con Francesco Conte di Spaur, altro fratello di Giuseppe Vescovo. Nacque li 20 Agosto 1725 in Innsbruck; terminati gli studj, il Conte di Stadion Ministro dell’ Elettore di Magonza lo chiamò in quella città. L’anno 1754 lo ritroviamo nella carica di Vice Domino di Magonza. L’anno 1757 Francesco I. lo nominò alla carica di Presidente dei Cattolici a Wetzlar, e Consigliere intimo di Stato; e l’anno 1763 li 5 Settembre lo creò gran Giudice dela Camera. Sotto di lui seguì la visita della Camera Imperiale, e varie riforme del suddetto supremo Dicastero; tra le altre sue qualità egli dispregiava gli adulatori. Il 1 Agosto 1797 morì nell’ eta d’anni 72. 21

La giurisdizione feudale austriaca di Flavon giace tra la Pieve di Tassullo e quella di Denno: ha gli stessi prodotti; ma quello del vino è assai inferiore. Noi ricaviamo dalle notizie trentine, che alla fine dell’undecimo, duodecimo, e decimoterzo secolo essa ebbe i proprj feudatarj, e che fiorirono i Conti di Flavon: questi poi vennero a mancare, e li diritti feudali colla giurisdizione, e caccia alta e bassa passarono alli Conti di Spaur, i quali esercitano questi diritti mantenendo un Vicario, che fu unito a quello di Spor, come si dirà. L’antico castello di Flavon, che giaceva verso la Valle Trisenega, venne abitato sino al secolo XVI., mentre ritrovasi un laudo pubblicato li 6 Luglio 1596 nella sala; ma fattisi de’ slavini, in buona parte il castello precipitò, ed a questo fu surrogato il palazzo di Flavon. Tra li prodotti particolari sono rimarcabili le lumache, che sono grandi, e di buon saporito, e la pesca de’ gamberi, che sono particolari nelle fosse del palù, che appartiene alli Conti feudatarj: non iscarseggia di acque dolci per irrigare li prati. Quanto concorra alla comune difesa fu accennato nella Storia. Appartengono a questa giurisdizione 27 case disperse nelle Ville trentine: di quest’ inconveniente si parlò anche nella giurisdizione di Castelfondo. [p. 111 modifica]

Flavon Pieve, e Capoluogo ha la chiesa parrocchiale, e vi dimorano li Conti di Spaur; è di mediocre grandezza. Nella22 chiesa parrocchiale si ritrova una croce d’argento fregiata con perle, e dorata, del peso di libbre 25 circa, che Giorgio Vescovo di Trento donò a questa chiesa: egli deve aver ricevuto dalli parrocchiani dell’assistenza nelle sue afflizioni. Di questo Vescovo morto in C. Spor si parlò nella Storia. L’anno 1801 fu questa croce in occasion de’ francesi trasportata a Vicenza, ed incautamente impegnata; ma la plebe non s’acquetò fin a tanto che non fu riscattata, e con solenne rito trasportata nella chiesa parrocchiale.

La Villa di Terres è di picciola estensione; vi si ritrova un palazzo de’ Conti di Spaur rifabbricato dal Conte Enrico, che vi aggiunse un bel giardino, avendo piantate delle specie di vegetabili non conosciuti per l’avanti in queste Valli. Questa Villa sofferse li 16 Agosto 1802 un terribile incendio: la mattina verso le sette ore s’accese, e si manifestò in una casa per negligenza di una donna: era la gente assente per la seccagione de’ monti, solita a farsi in tal tempo, e mancavano i mezzi per estinguere le fiamme, mentre una siccità ostinata poco diversa da quella accennata nell’Istoria all’anno 1800 avea diseccate le fonti, onde quasi tutto il Villaggio rimase preda delle fiamme, sendosi salvate due sole case; furono salvati de’ mobili, e delle masserizie, e trasportate a Flavon; non ebbesi per altro la cautela di visitar queste carra, nè di attendere alle medesime, onde li 17 di mattina si manifestò l’incendio anche in Flavon, che non fu minore di quello di Terres, conseguenza funesta di non avere visitati questi mobili, ne’ quali trasportavansi le faville del fuoco. Deplorabile era lo stato di quest’infelici privi di tutto, ed i secondi raccolti niente davano da sperare per la siccità, mancando per fino le sementi pel susseguente anno. Si salvarono colla chiesa parrocchiale cinque sole case. Furono sovvenuti dall’augusto Sovrano con grani, dall’Arciduchessa Elisabetta con danari, e dai Dinasti ancora, e colle sovvenzioni particolari nel Tirolo in varj generi, talchè la gente non perì, e si cominciò a rifabbricare i Villaggi; ma li muri di diverse case furono calcinati in guisa dalle fiamme, che non resistono alla fabbrica. Restarono in que’ due funesti giorni ferite anche delle persone, e di queste eziandio ne morirono.

La picciola Villa di Cunevo giace verso Denno: vi si ritrova un vecchio castello detto della Corona fabbricato in un grande concavo d’un’eccelsa pariete di monte inaccessibile da ogni parte, e sembra vi si salisse, e discendesse per via di scale. Verso l’anno 1784 Andrea Castelli muratore di Como tentò di salirvi coll’ajuto di scale, e vi trovò delle sale, e camere; ma poco dopo cadde il coperto, e non si è più tentato di salirvi: l’anno 1617 era abitabile, mentre li 27 Aprile si formò ivi l’urbario del castello, che a titolo feudale appartiene a’ Conti di Spaur; ne fu una volta subinvestita la famiglia Ricci di Denno, ora di Trento, che ne porta il predicato; ma da 30 anni a questa parte n’è subinvestita la famiglia Iob. [p. 112 modifica]All’estremità di questa Villa esisteva una torre, e se ne ravvisano le vestigie, detta la torre dei Siccherj; ma fu in parte distrutta. Dalla sommità del monte sorte una sorgente d’acqua. Li Conti Dinasti a Terres esigono una specie di dogana per li carri carichi, e nelle campagne certe prestazioni chiamate Done con altri diritti.

La Pieve di DENNO è situata tra la giurisdizione di Flavon e quella di Spor. Il suo clima può dirsi temperato in riguardo a luogo di monte, e li suoi prodotti sono analoghi a quelli della descritta giurisdizione. Il vino però è assai migliore, il qual prodotto sarebbe anche maggiore, se la campagna non fosse ripiena di tanti alberi, e principalmente i gelsi; ma questo prodotto rende forse assai più, perchè essendo attorniata da Pievi ove cresce il vino, negli anni abbondanti ne manca l’esito; ma non già della foglia de’ gelsi, mentre se ne vende ai vicini Villaggi. La Pieve si divide in superiore, ed inferiore; questa manca di fieni, ed anche di legne ; ma di questo capo la mezza Pieve superiore non iscarseggia. Esisteva ne’ passati tempi una strada assai commoda per l’ischia di Denno quasi piana, che conduceva alla Rocchetta; ma l’inondazione del 10 Ottobre 1789 la rese impraticabile, onde si pensò a nuova strada, la quale però non riuscì, come si sperava, mentre al cengio detto di S. Angiolo è poco consistente.

Denno, Villaggio grande, ha una chiesa parrocchiale, ove ritrovansi de’ marmi forestieri, cosa insolita in queste Valli; vi sono colonne di pietra viva, e vi si scorge qualche disegno. Secondo la tradizione, quattordici famiglie furono le benefattrici di questa fabbrica. Il parroco Gasparo Iosi, che viveva l’anno 1539, la fece dipingere, come si ricava da una iscrizione sopra l’arco del Presbiterio esistente. La Villa di Denno ha sofferti incendi terribili, e tra questi li 19 Ottobre 1751 furono vittima delle fiamme un terzo della Villa colla canonica, i registri parrocchiali, e comunali; salvossi la chiesa, ma non già il coperto; ne successe un altro di alcune case in piazza li 5 Febbrajo 1770. Non lungi da Denno sopra la sommità d’una collina si ravvisano le vestigia d’un antico castello, del quale si fa menzione nelle notizie trentine 23 all’anno 1212; vi si ritrova una campagna nominata sotto castello vignata, ed arativa, in parte ancora feudale mensale. Il castello perì per le ingiurie de’ tempi, ed anco i suoi feudatarj, non si sa come, ed ora ne vengono investite le famiglie Rizzi, e Gentili di Denno.

Appartengono alla Pieve Termon, Quetta, Camp, Segonzon, Lover, Dercol. Il rivo Lovernadega, che discende dalle montagne, al maso Cresin va a perdersi nel Noce.

Tra la Villa di Dercolo e Segonzone sopra una sommità si ritrova C. BELLASI, che ha de’ diritti feudali intorno alle contigue campagne, ed avea li suoi proprj feudatarj di tal cognome. Il castello nulla ha di particolare; ora è passato alla famiglia de’ Conti di Khuen. La nostra Storia somministra pochi documenti di questa cospicua famiglia; mentre ella [p. 113 modifica]appartiene a quelle illustri del tratto Attesino, ove possiede la giurisdizione feudale di Altenburg, ossia Eppan, e le castella di Gandegg, ed Englar, con altri feudi. Per altro i genealogisti la derivano da Egone di Trameno24 che fiorì alla fine del duodecimo secolo. Avvenne, che Arnoletto Khuen di Trameno l’anno 1380 sposò Elisabetta, ultima della famiglia Bellasi, onde conseguì poi questa baronia, o feudo.25 L’anno 1474 nella matricola tirolese gli fu aggiunto il predicato di Bellasi. Mattìa Khuen di Bellasi fu Presidente dell’Austria superiore verso l’anno 1560, e suo fratello Jacopo Presidente della Camera. Gio: Giacomo fu Arcivescovo di Salisburgo, morto l’anno 1586 dopo aver governata quella chiesa per 25 anni. Altro Gio: Giacomo era l’anno 1592 Gran Capitano all’Adige.26 Ludolfo l’anno 1573 era Cavallerizzo maggiore dell’Imperatore Massimiliano, ed in quest’anno divennero Baroni. Mattìa l’anno 1630 divenne Conte, e tutta la famiglia, con aggiunta di predicati. Gio: Francesco Vescovo e Principe di Bressanone morì l’anno 1701. Questa famiglia ora è formata da diverse linee, cioè di Baviera o Boemia, Innsbruck, Eppan, e Bellasi.

La giurisdizione feudale austriaca di Spor confina a mattina colla Pieve di Mezzolombardo, colla quale furono rinnovati i termini vecchi l’anno 1797, ed il torrente Noce la separa dal resto delle Valli: confina a mezzodì colla giurisdizione di Belfort, a sera coi monti di Rendena, ed a settentrione coi monti della giurisdizione di Flavon, e colla Pieve di Denno. I suoi prodotti sono analoghi a quelli della Pieve di Denno; ma il vino è inferiore. I monti sono fruttiferi di legne da fuoco, e se ne vendono alla Rocchetta. Ne’ tempi del secolo XII. questa giurisdizione avea de’ particolari feudatarj sotto il nome di Sporo; ma mancati questi verso l’anno 1330 in circa, come abbiamo osservato sotto l’articolo di C. Valer, passò alli presenti Conti di Spaur, che vengono investiti, e godono li diritti feudali. Esercitano per mezzo d’un Vicario la giurisdizione civile e criminale.

SPOR MAGGIORE, in tedesco detto Altspaur, giace in pendenza alle falde d’un monte, ed è Capoluogo, ma non grande. La chiesa parrocchiale è antica: quì si venera da più età una divota immagine di Maria Vergine, della quale vien fatta menzione nell’Atlante Mariano, la quale opera viene a riferirsi al tempo del Vescovo Carlo Madruzzo verso l’anno 1652 e seguenti. Questa chiesa veniva visitata anche da’ tedeschi, perchè porta la voce, ch’il parroco dovea sapere la lingua tedesca. Appartengono a questa Villa alcuni masi, che giacciono verso sera. Qui ha un palazzo la famiglia de’ Conti Spaur di Mezzolombardo. La famiglia Altspaur domiciliata in Mezzotedesco gode un palazzo di vecchia architettura con decime feudali, canoni, e stabili, e vi abita in tempo d’estate. Di questa famiglia abbiamo un’investitura dell’anno 1373 e susseguenti, ove li Conti furono investiti sotto [p. 114 modifica]il nome di Sporo majori; e rinnovatesi in tedesco si principiò nelle investiture dell’anno 1464 e 1497 a chiamarli Altspaur, per distinguerli dalli Conti Spaur di Purgstall. Anche la matricola tirolese sotto l’anno 1481 li riconosce per Altspaur, e continua al presente; onde da tutti questi amminicoli rendesi assai probabile, che abbia formata una linea, ma diversa dagli estinti di Sporo, perchè appunto la parola Alt-Spaur significa Spor vecchio. Noi avremo occasione di parlare di questa famiglia nuovamente sotto l’articolo seguente di Belfort, il cui castello giurisdizionale è però situato in Spor maggiore, e giace verso sera, ma appartiene a quella giurisdizione. Cammin facendo verso Spor minore s’incontra una profonda Valle, per la quale passa un rivo detto Sporeggio, che trae la sua origine da’ monti di Spor minore, e vicino alla Rocchetta si scarica nel Noce.

La Villa di Spor minore è collocata presso il monte dalla parte di sera, in una pendenza inclinata; il suo clima è migliore di quello di Spor maggiore, ed ha una grande, e diramata sorgente di salubre acqua, e forse questa preservò gli abitanti dall’epidemìa, che serpeggiò nella passata guerra. Quì si ritrovano due palazzi; uno verso mattina s’aspetta al Conte Giovanni di Spaur, e l’altro verso mezzodì agli eredi del Conte Carlo di Spaur. In poca distanza dalla Villa sopra il monte si ritrova l’antico castello di Spaur difeso da una forte torre. Questo veniva ancora abitato l’anno 1690, ma non venendo in seguito più abitato, andò in ruina, e oggidì porta tal nome. Finalmente con sovrano dispaccio de’ 29 Marzo 1792 questo castello a riserva della torre fu intieramente cassato, ed i Dinasti abitano ora nelle Ville, ove fanno amministrare anche la giustizia. Questa Villa abbonda di legne. Un’ora distante da Spor maggiore si ritrova la picciola Villa di Cavedago formata da nove masi, che giacciono verso i monti, i quali chiudono la Valle d’Annone, e la separano da quella delle Giudicarie. Il clima è rigido, e cessa il prodotto del vino, non crescendovi che granaglia. Appartiene alla giurisdizione di Spor la Villa di Segno, abbenchè vi siano diversi sudditi Peculiarj di castel Braghiero; non ostante però la diversità de’ sudditi formano una sola Comunità. S’aspetta pure alla stessa giurisdizione la Villa di Torri, eccettuata la chiesa parrocchiale, e la canonica, che sono comprese nel trentino. Come poi sia avvenuto, che due Ville esistenti nel quartiere di là dell’acqua, e che sono distanti più di due ore dalla Dinastia, siano state annesse alla giurisdizione di Spor, lascieremo ad altri la cura di ritrovarne la cagione, ed il tempo, non avendo noi potuto ritrovare veruno schiarimento. Il di più di queste Ville si dirà nella descrizione della Pieve di Torri.

La giurisdizione feudale austriaca di Altspaur, in italiano Belfort, forma il confine colle Giudicarie, e nell’ecclesiastico le picciole Ville, che la compongono, appartengono alla parrocchia di Banale. Il suo clima è rigido, e non produce che grano; ma ha de’ buoni pascoli. Sembra assai probabile, che la famiglia Altspaur da questa giurisdizione abbia preso il cognome, e forse ne fu anche in possesso chiamandosi Spor vecchio, che significa appunto Altspaur. Il castello giurisdizionale è poco distante [p. 115 modifica]da Spor maggiore sopra una rupe: detto castello deve essere stato considerato per bello, e forte avanti l’invenzione della polvere per la sua artifiziosa struttura, pe’ suoi muri, e pella sua torre; quindi pare, che unendosi la parola sia venuto il moderno Belfort; in tedesco si usa da’ Dicasterj medesimi Altspaur. Ne’ passati tempi la giurisdizione avea il suo proprio Vicario, ma l’anno 1785 sotto Giuseppe II. fu associata alle giurisdizioni di Spor, e Flavon, e si convenne di alternative, e che il luogo di mezzo, cioè Spor minore, servisse di sede vicariale. Questa picciola giurisdizione passò a diversi padroni. I Reifer ossia Reiber ne furono in possesso dal 1307 sino al 1450 circa, l’ ultimo de’ quali secondo il Brandis27 sarebbe morto nel 1470. Fu indi concessa a diversi sotto varj titoli, e finalmente li 20 Dicembre 1712 a titolo di feudo austriaco fu data alla famiglia de’ Conti Saracini di Trento, che presentemente la possiede.

Andelo, picciolo Villaggio, consiste in diversi masi feudali; havvi un lago, che cresce e cala secondo le stagioni, e produce de’ pesci piccioli, ma amari, de’ quali se ne fa poca presa in tempo che l’acqua cala. L’anno 1791 a’ piedi del monte da Antonio Viti di Rendena fu eretta una fabbrica di vetri, e cristalli, de’ quali fassi lo smercio nel Tirolo, e nell’Italia.

Molveno, Villa unita distante quattro miglia italiane da Andelo, è l’ estremo Villaggio delle Valli: evvi un palazzo dinastiale fabbricato avanti la metà del secolo XVIII. L’anno 1791 li 26 Novembre soffrì un fiero incendio, e si salvò la chiesa, la canonica, ed il palazzo, avendo dovuto la maggior parte della gente emigrare, e vendere il bestiame. Appresso si ritrova un lago di tal nome in figura ovale lungo tre miglia, e largo un miglio. La sua profondità in diversi siti non si potè rilevare. Produce diverse sorta d’ottimi pesci, tra’ quali prevale il salmarino, e se ne pescò sino di libbre tredici trentine di peso. Scaricansi in questo lago tre sorgenti d’acque; due discendono da’ monti, e la terza da Andelo: l’altezza del lago non è sempre eguale, ma varia di diversi piedi. Nella superficie della riva non sorte alcun’ acqua, se non verso mezzodì, allorchè l’altezza dell’acqua supera il terreno della riva. Ciò basti pel quartiere di mezzo.

  1. Breve descrizione del Tirolo in 12. pag. 9.
  2. Not. di Trento Volum. II. pag. 558.
  3. Institut. Polit. 1. cap. IV. §. 27. Ridendo castigat mores.
  4. Della nobiltà tirolese n. 103.
  5. Notizie trentine V. II. pag. 479.
  6. Monumenta Eccl. Trident. pag. 272.
  7. Della nobiltà Part. II. pag. 121.
  8. Notizie di Trento V. II. pag. 517.
  9. Monumenta pag. 191.
  10. Loc. cit. 473.
  11. Il tempo della fabbrica di questo castello sembra incerto, ed è pure incerto se esistesse una famiglia di tal cognome. Brandis n. 160.
  12. Annales Sabinionenses Sæculo VI. not. 150.
  13. Vedi Rumo.
  14. Novissimum Mundi Systema, Tridenti.
  15. Pittore del secolo XVI.
  16. Giornale del Dipartimento del Mincio n. IV. 28 Gennajo 1803 anno II.
  17. Monumenta Eccl. Trid. pag. 202.
  18. Gaven della Nobiltà T. 1. 1277.
  19. Monumenta Eccl. Trid. pag. 9.
  20. Imprese nobili pubblicate l’anno 1583 in Venezia da Francesco Ziletti
  21. Biografia del Conte Francesco di Spaur. Salisburgo in 12. 1800.
  22. Notizie trentine V. II. pag. 37.
  23. Volume II. pag. 534.
  24. Gaven Dizionario de’ Nobili. Art. Khuen.
  25. Nelle notizie trentine V. III. pag. 40. viene nominato Giovanni di Bellasio milite, e corrisponde all’anno 1327 circa.
  26. Il Brandis della Nobiltà tirolese pag. 60. lo mette il 37. di numero.
  27. Nobiltà tirolese pag. 84.