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Flavon Pieve, e Capoluogo ha la chiesa parrocchiale, e vi dimorano li Conti di Spaur; è di mediocre grandezza. Nella1 chiesa parrocchiale si ritrova una croce d’argento fregiata con perle, e dorata, del peso di libbre 25 circa, che Giorgio Vescovo di Trento donò a questa chiesa: egli deve aver ricevuto dalli parrocchiani dell’assistenza nelle sue afflizioni. Di questo Vescovo morto in C. Spor si parlò nella Storia. L’anno 1801 fu questa croce in occasion de’ francesi trasportata a Vicenza, ed incautamente impegnata; ma la plebe non s’acquetò fin a tanto che non fu riscattata, e con solenne rito trasportata nella chiesa parrocchiale.

La Villa di Terres è di picciola estensione; vi si ritrova un palazzo de’ Conti di Spaur rifabbricato dal Conte Enrico, che vi aggiunse un bel giardino, avendo piantate delle specie di vegetabili non conosciuti per l’avanti in queste Valli. Questa Villa sofferse li 16 Agosto 1802 un terribile incendio: la mattina verso le sette ore s’accese, e si manifestò in una casa per negligenza di una donna: era la gente assente per la seccagione de’ monti, solita a farsi in tal tempo, e mancavano i mezzi per estinguere le fiamme, mentre una siccità ostinata poco diversa da quella accennata nell’Istoria all’anno 1800 avea diseccate le fonti, onde quasi tutto il Villaggio rimase preda delle fiamme, sendosi salvate due sole case; furono salvati de’ mobili, e delle masserizie, e trasportate a Flavon; non ebbesi per altro la cautela di visitar queste carra, nè di attendere alle medesime, onde li 17 di mattina si manifestò l’incendio anche in Flavon, che non fu minore di quello di Terres, conseguenza funesta di non avere visitati questi mobili, ne’ quali trasportavansi le faville del fuoco. Deplorabile era lo stato di quest’infelici privi di tutto, ed i secondi raccolti niente davano da sperare per la siccità, mancando per fino le sementi pel susseguente anno. Si salvarono colla chiesa parrocchiale cinque sole case. Furono sovvenuti dall’augusto Sovrano con grani, dall’Arciduchessa Elisabetta con danari, e dai Dinasti ancora, e colle sovvenzioni particolari nel Tirolo in varj generi, talchè la gente non perì, e si cominciò a rifabbricare i Villaggi; ma li muri di diverse case furono calcinati in guisa dalle fiamme, che non resistono alla fabbrica. Restarono in que’ due funesti giorni ferite anche delle persone, e di queste eziandio ne morirono.

La picciola Villa di Cunevo giace verso Denno: vi si ritrova un vecchio castello detto della Corona fabbricato in un grande concavo d’un’eccelsa pariete di monte inaccessibile da ogni parte, e sembra vi si salisse, e discendesse per via di scale. Verso l’anno 1784 Andrea Castelli muratore di Como tentò di salirvi coll’ajuto di scale, e vi trovò delle sale, e camere; ma poco dopo cadde il coperto, e non si è più tentato di salirvi: l’anno 1617 era abitabile, mentre li 27 Aprile si formò ivi l’urbario del castello, che a titolo feudale appartiene a’ Conti di Spaur; ne fu una volta subinvestita la famiglia Ricci di Denno, ora di Trento, che ne porta il predicato; ma da 30 anni a questa parte n’è subinvestita la famiglia Iob.

  1. Notizie trentine V. II. pag. 37.