Non perchè umile in solitario lido

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Gabriello Chiabrera

XVII secolo Indice:Opere (Chiabrera).djvu Canzoni Letteratura Per Cristoforo Colombo Intestazione 20 aprile 2023 75% Poesie

Non è viltà ciò che dipinge in carte Quanto Anfitrite gira
Questo testo fa parte della raccolta Canzoni eroiche di Gabriello Chiabrera


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XII


Non perchè umile in solitario lido
     Ti cingono, Savona, anguste mura,
     Fia però, che di te memoria oscura
     Fama divulghi, o se ne spenga il grido;
     Che pur di fiamme celebrale e noie
     Piccola stella in Ciel splende Boote.
Armata incontro al Tempo, aspro tiranno,
     Fulgida sprezzi di Cocito il fiume.
     So quai ruote di gloria, o su quai piume
     I tuoi Pastor del Vatican non vanno1?
     Coppia di stabilir sempre pensosa
     La sacra dote alla diletta sposa.
E qual sentier su per l'Olimpo ardente
     Al tuo Colombo mai fama rinchiude?
     Che sopra i lampi dell’altrui virtude
     Apparve quasi un Soll per l'Oriente,
     Ogni pregio mortai cacciando in fondo;
     E finga quanto ei vuol l'antico mondo.
Certo da cor, ch’alto destin non scelse
     Son l'imprese magnanime neglette;
     Ma le bell'alme alle bell'opre eletto
     Sanno gioir nelle fatiche eccelse;
     Nè biasmo popolar, frale catena,
     Spirto d'onore, il suo cammin raffrena.
Così lunga stagion per modi indegni
     Europa disprezzo l'inclita speme,
     Schernendo il vulgo, e seco i Regi insieme,
     Nudo nocchier promettitor di Regni;
     Ma per le sconosciute onde marine
     L'invitta prora ei pur sospinse al fine.
Qual uom che torni alla gentil consorte,
     Tal ci da sua magion spiegò l'antenne;
     L’Ocean corse, e i turbini sostenne,
     Vinse le crude immagini di morte;
     Poscia dell’ampio mar spenta la guerra,
     Scorse la dianzi favolosa terra.
Allor dal cavo pin scende veloce,
     E di grand'orma il nuovo mondo imprime;
     Nè men ratto per l'aria erge sublime
     Segno del ciel, l'insuperabil Croce;
     E porge umile esempio, onde adorarla
     Debba sua gente; indi divoto ci parla:
Eccovi quel che fra cotanti scherni
     Già mi finsi nel mar chiuso terreno,
     Ma delle genti or più non finte il freno
     Altri del mio sudor lieto governi:
     Senza regno non son, se stabil sede
     Per me s’oppresta alla cristiana Fede.
E dicca ver; chè più che argento ed oro
     Virtù suoi possessor ne manda alteri:
     E quanti, o Salluoro, ebbero imperi,
     Che densa notte è la memoria loro?
     Ma pure illustre per le vie supreme
     Vola Colombo, e dell'obblio non teme.

Note

  1. La famiglia Della Rovere di Savona diede due papi, Sisto IV e Giulio II. Furono principi intraprendenti e guerrieri; e il secondo riconquistò ed assicurò alla Chiesa gli Stati che il poeta chiama la sacra dote.