Pensieri di varia filosofia e di bella letteratura/955

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[p. 294 modifica] delle parole e frasi ec. del medio evo sia conforme all’indole di quel linguaggio dal quale è derivata la lingua italiana precisamente (17 aprile 1821).


*    Alla p. 940. Quello che ho detto delle lingue rispetto ai luoghi si deve applicare proporzionatamente anche ai tempi, essendo certo ed evidente che le lingue vanno sempre variando, non già leggermente, ma in modo che alla fine muoiono e loro ne sottentrano [p. 295 modifica]altre, secondo la variazione dei costumi, usi, opinioni ec. e delle circostanze fisiche, politiche, morali ec. proprie dei diversi secoli della società. In maniera che si può dire che, come nessuna lingua è stata, cosí neanche nessun’altra sarà perpetua (18 aprile 1821).


*    L’antichità e l’eccellenza della lingua sacra degl’indiani (sascrita) hanno naturalmente chiamato a se l’attenzione e destato la curiosità degli europei. I ragguardevoli suoi titoli ad essere considerata come la piú antica lingua che l’uman genere conosca, muovono in noi quell’interesse da cui le vetustissime età del mondo sono circondate. Costruita secondo il disegno piú perfetto forse che dall’ingegno umano sia stato immaginato giammai, essa c’invita a ricercare se la sua perfezione si restringa ne’ limiti della sua struttura o se i pregi delle composizioni indiane partecipino della bellezza del linguaggio in cui sono dettate. Spettatore di Milano, 15 luglio 1817, quaderno 80, Parte straniera, p. 273, articolo di D. Bertolotti sopra la traduzione inglese del Megha