<dc:title> Pensieri di varia filosofia e di bella letteratura </dc:title><dc:creator opt:role="aut">Giacomo Leopardi</dc:creator><dc:date>XIX secolo</dc:date><dc:subject></dc:subject><dc:rights>CC BY-SA 3.0</dc:rights><dc:rights>GFDL</dc:rights><dc:relation>Indice:Zibaldone di pensieri I.djvu</dc:relation><dc:identifier>//it.wikisource.org/w/index.php?title=Pensieri_di_varia_filosofia_e_di_bella_letteratura/798&oldid=-</dc:identifier><dc:revisiondatestamp>20130712194314</dc:revisiondatestamp>//it.wikisource.org/w/index.php?title=Pensieri_di_varia_filosofia_e_di_bella_letteratura/798&oldid=-20130712194314
Pensieri di varia filosofia e di bella letteratura - Pagina 798 Giacomo LeopardiZibaldone di pensieri I.djvu
[p. 191modifica] sarà privo di questa libertà, sarà stimato impuro se vorrà usare la necessaria novità, si vedrà costretto a scegliere fra quella che si chiama e se le presenta e prescrive come purità di lingua, e tra la facoltà di trattare il suo soggetto e di esprimere i suoi pensieri, originali e propri o no, ma solamente moderni, disperando di una purità nella quale sia non solamente difficile, come sempre sarà ed in ogni caso, ma del tutto impossibile di esprimere i suoi pensieri, la trascurerà affatto, e diverrà, malgrado ancora la buona intenzione, colpevole per la forza del bisogno, ricorrendo a quella barbarie, la quale sola gli fornirà il modo di farsi intendere e di scrivere. Ovvero al piú seguirà quella miserabile separazione fra gli scrittori vuotissimi o nulli ma puri, e fra gli scrittori di cose ma barbari; quando nessun de’ due può mai sperare l’immortalità, ma molto meno i primi, senza riunire le due qualità e [p. 192modifica]i due pregi che consistono nelle parole e nelle cose. Disordini però tutti già tanto inoltrati in Italia e bisognosi di sí lunga opera e di tanto ingegno e