Pensieri di varia filosofia e di bella letteratura/754

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[p. 167 modifica] che avea già fatto dirittamente e debitamente; laddove bisogna riporla né piú né meno in quel luogo che conviene al tempo e alle circostanze, osservando solamente che questo luogo sia proprio suo e conveniente alla sua natura. Ma Frontone, in luogo di purificare la lingua, la volle antiquare, richiamando in uso parole e modi, per necessaria vicenda delle cose umane, dimenticati, ignorati e stantii, e fino come pare, l’antica ortografia, volendo quasi immedesimare, in dispetto della natura e del vero, il suo tempo coll’antico. Come che quei secoli che son passati e quelle mutazioni che sono accadute e nella lingua e in tutto quello che la modifica, dipendesse dalla volontà dell’uomo il fare che non fossero passati e non fossero accadute, e il cancellare tutto l’intervallo di tempo ed altro che sta fra il presente e l’antico. Né osservò che siccome la lingua cammina sempre, perch’ella segue le cose le quali sono istabilissime e variabilissime, cosí ogni secolo, anche il piú buono e casto, ha la sua lingua modificata in una maniera propria, la quale allora solo è cattiva,