Pensieri di varia filosofia e di bella letteratura/731

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[p. 155 modifica] ovvero, volendo esprimere proprio quello ch’ei sente, non sa farlo e scrive come un fanciullo.

Per tutte queste ragioni dunque l’italiano non essendo oggidí capace di poesia affettuosa, ricorre e si dedica interamente alla immaginosa, non per natura o per vocazione, ma per volontà ed elezione. E appunto perciò o non vi riesce punto, o solamente coll’imitare e tener dietro agli antichi, come un fanciullo alla mamma; nel modo che (sia detto fra noi) ha fatto il Monti: il quale non è poeta, ma uno squisitissimo traduttore, se ruba ai latini o greci; se agl’italiani, come a Dante, uno avvedutissimo e finissimo rimodernatore del vecchio stile e della vecchia lingua.

Ma gl’italiani contuttociò, e contro la natura de’ tempi e della poesia, si gittano ad un genere che oggi non può essere se non o forzato o imitativo, e lo fanno perché questo riesce loro molto piú facile del sentimentale: