Pensieri di varia filosofia e di bella letteratura/494

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[p. 23 modifica] separato dalla nostra facoltà intellettiva naturale e primigenia, riposto nelle astrazioni, e nelle forme universali. Si è ricorso al cielo e alla terra, ai sistemi i piú difficili (siano chimerici o sodi) in milioni di guise, per trovare quella felicità, quella condizione conveniente a noi, nella quale [p. 24 modifica]eravamo già stati posti nascendo; e non s’è trovata, se non quanto si è potuto conoscere ch’ella era appunto quella che avevamo prima di pensare a cercarla (12 gennaio 1821).


*    Hic sive invidia deum, sive fato, rapidissimus procurrentis imperii cursus parumper Gallorum Senonum incursione subprimitur: Floro, I, 13, principio, entrando a raccontare la prima guerra gallica.


*    Floro I, 13, ed. Manhem: Adeo tum quoque in ultimis religio publica privatis adfectibus antecellebat. Perché tum quoque? Forse ne’ tempi seguenti, e massime in quelli di Floro, cioé di Traiano, la religione pubblica fu piú a cuor de’ Romani, che ne’ primi tempi di Roma? O non piú tosto ella venne indebolendo a proporzione del tempo e all’età di Floro, era, si può dire, estinta nel fatto?