<dc:title> Pensieri di varia filosofia e di bella letteratura </dc:title><dc:creator opt:role="aut">Giacomo Leopardi</dc:creator><dc:date>XIX secolo</dc:date><dc:subject></dc:subject><dc:rights>CC BY-SA 3.0</dc:rights><dc:rights>GFDL</dc:rights><dc:relation>Indice:Zibaldone di pensieri I.djvu</dc:relation><dc:identifier>//it.wikisource.org/w/index.php?title=Pensieri_di_varia_filosofia_e_di_bella_letteratura/4443&oldid=-</dc:identifier><dc:revisiondatestamp>20200206034559</dc:revisiondatestamp>//it.wikisource.org/w/index.php?title=Pensieri_di_varia_filosofia_e_di_bella_letteratura/4443&oldid=-20200206034559
Pensieri di varia filosofia e di bella letteratura - Pagina 4443 Giacomo LeopardiZibaldone di pensieri I.djvu
[p. 376modifica] forms, Poedi and Poedici, have not been preserved in books). - Ib., sez. intit. Various traditions about the Origin of the City, p. 174. It was natural for them (the inhabitants of Rome) to call the founder of their nation Romus, or, with the inflexion so usual in their language, Romulus. - Ib., sez. intit. The Beginning of Rome and its Earliest Tribes, p. 251. Romus and Romulus are only two forms of the same name (not. 698. Like Poenus and Poenulus and others mentioned above, p. 55); the Greeks on hearing a rumour of the legend about the twins (Romolo e Remo), chose the former (cioè Ῥῶμος) instead of the less sonorous name Remus.1 - L’uso di questa terminazione in ulus senza alcuna forza diminutiva, uso proprio del latino sí antico, si è conservato perfettamente (e non men frequentemente) nell’italiano; [p. 377modifica]specialmente in Toscana, e specialmente appresso quel volgo, il quale continuamente, per mero vezzo di linguaggio, aggiunge un lo appié delle voci italiane, dicendo, per esempio, ricciolo invece di riccio,2 e cosí mille altre, che con tal desinenza non son registrate nel vocabolario; oltre le tante registrate. E che questo medesimo uso (unita anche sovente, come nell’antico, la terminazione in icus a quella in ulus) si conservasse perpetuamente nel latino volgare, apparisce dai tanti e tanti, non solo nomi, ma verbi, della bassa latinità, o derivati evidentemente da essa, da me notati passim, che la portano, senz’ombra di significazione diminutiva; come pariculus (parecchi, pareil ec.), appariculare (apparecchiare, aparejar ec.) (sfondare-sfondolare, sfondolato), superculus (vedi la p. 4514, fine) ec. ec.; nomi anche aggettivi ec. Non ardirei però di affermare col Niebuhr che questa inflessione in origine non fosse punto diminutiva. Il vederla senza questa significanza, non prova; apparendo da
↑Fausto e Faustolo, il pastore che salvò Romolo e Remo bambini.
↑Cosí anco de’ verbi in are, alla qual terminaz. aggiungono un ol . Vedi la p. 4496, capoverso 8, 4509, capoverso 3 e 4412.