Pensieri di varia filosofia e di bella letteratura/4349
Questo testo è stato riletto e controllato. |
◄ | 4348 | 4350 | ► |
non l’otterremo. I versi e gli eroi di Omero, fidati alla sola memoria, han varcati quasi trenta secoli, e dureranno quanto, per dir cosí, la presente stirpe umana, quanto la presente cronologia; i nostri componimenti ed i nostri eroi, fidati alla scrittura, che avrebbe oramai de’ milioni di componimenti e di eroi da conservare, non giungeranno appena alla generazione futura. Altro paradosso verissimo: la scrittura che sola o principalmente ha prodotto l’idea e ’l desiderio della immortalità, la scrittura, considerata come istrumento di essa immortalità, la medesima moltiplicando a dismisura gli oggetti consegnati alla tradizione, sola o principalmente, ha reso a quest’ora impossibile il conseguirla. Anche i sommi uomini, scrittori e fatti si pérdono ora necessariamente nella folla: consegnati alla sola memoria, non si confondevano in gran moltitudine, e quell’istrumento in apparenza sí debole, dico la memoria semplice, sapeva ben conservarli a perpetuità. Il che non può piú la scrittura. Essa nuoce alla fama, di cui è creduta il fonte e l’organo principalissimo e necessario. Vedi p. 4354.
Quanto alle letterature moderne in cui la poesia precedé la prosa, come l’italiana e l’inglese, la ragione di ciò è d’un altro genere. E prima bisogna distinguere. Se si tratta di versi e di prose qualunque, il fatto non è vero. Noi abbiamo prose, anche di quelle destinate e fatte perché durassero, e che compongono una qualunque letteratura; abbiamo croniche (Ricordano, Dino ec.), leggende ec., tanto antiche quanto i nostri piú antichi versi; o sarà ben difficile il provare ne’ versi un’anteriorità. Se si tratta di classici, certo Dante per esempio precedette ogni nostro classico prosatore. La ragione è che le lingue moderne in principio