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[p. 465 modifica] sulla società, sulla qualità e sulla felicità di questa vita.


*   Del resto, osservate che il cristianesimo limita estremamente l’esercizio della ragione, di quella facoltà distruttrice della vita, di quella facoltà che l’aveva reso necessario, di quella al cui guasto egli è venuto a riparare, di quella che in certo modo l’invocò e lo produsse. Perché, tranne alcune proposizioni [p. 466 modifica]generali fondamentali, che hanno bisogno della ragione per esser giudicate e credute, vale a dire l’esistenza, la provvidenza, la manifestazione, e l’infallibilità di un Dio, tutte le altre proposizioni particolari che la religione insegna sono indipendenti dall’esame e dall’intervento della ragione. E sebben questa, credendole e regolando con esse le azioni e la vita, opera ragionevolmente e conseguentemente, in vista di quelle proposizioni generali, contuttociò l’uso e l’esercizio suo resta scarsissimo nella vita cristiana, limitandosi al solo fondamento e al solo generale, il quale esclude essenzialmente ogni operazion della ragione in tutti i particolari, che sono il