Pagina:Zibaldone di pensieri I.djvu/493

(430-431-432) pensieri 465

tura e del sentimento intimo che le asseriva. Sicché la ragione anche da se, nel suo corso naturale, prima di distrugger tutto, doveva necessariamente immaginare e persuadersi di una religion rivelata. 2°, Molto piú divinamente, perché supposto un Dio e che questi abbia cura delle sue creature, quando, per non veder perire (431) il primo degli enti terrestri e distruggersi immancabilmente la sua vita quaggiú o ridursi all’ultima infelicità, non rimase altro mezzo che la credenza di una rivelazione, era troppo conveniente alla sua misericordia l’adoperarlo, e perché questa credenza fosse stabile e certa, fare che fosse vera, cioè rivelar da vero.


*   Del resto, sebbene io dico che la civiltà media è il migliore stato dell’uomo corrotto e sociale, e che il cristianesimo lo mette né piú né meno in questo stato, ciò non contraddice a quello ch’io soggiungo, che l’uomo era piú felice prima che dopo il cristianesimo. Perché questo stato di civiltà media può avere diversi gradi, cioè contener piú o meno di natura o di ragione; di credenze naturali o non naturali; e quindi essere piú o meno felice. Ma oggidí non essendo piú possibile tornare allo stato di civiltà antica, pel maggiore incremento della ragione, sostengo che il piú felice possibile in questa vita è lo stato di vero e puro cristianesimo. Vedi poi gli altri miei pensieri circa gli effetti del cristianesimo (o delle cause che lo produssero (432) sulla società, sulla qualità e sulla felicità di questa vita.


*   Del resto, osservate che il cristianesimo limita estremamente l’esercizio della ragione, di quella facoltà distruttrice della vita, di quella facoltà che l’aveva reso necessario, di quella al cui guasto egli è venuto a riparare, di quella che in certo modo l’invocò e lo produsse. Perché, tranne alcune proposizioni