Pensieri di varia filosofia e di bella letteratura/4306

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[p. 253 modifica] e di senso, nata dall’applicare alle parole d’Omero le opinioni contemporanee a’ traduttori; questa infedeltà, dico, commessa nel primo principio del poema, anche da’ traduttori piú fedeli, dotti ed accurati, e in un caso in cui le parole son chiare e note, mostra quanto sia ancora imperfetta l’esegesi omerica (e in generale degli antichi), e quanto spesso si debba trovare ingannato, quanto spesso insufficientemente informato, chi, per conoscere Omero, e gli antichi e i loro tempi, costumi, opinioni ec., si vale delle traduzioni sole e fonda su di esse i suoi discorsi ec., come per lo piú i piú eruditi francesi d’oggidí ec. ec. (Pisa, 10 maggio 1828, sabato). [p. 254 modifica]


*    Il est sans doute des lecteurs qui ne sont difficiles ni sur le fond ni sur le style de l’histoire; ce sont ceux dont l’ame froide et sans ressort, plus sujette au désoeuvrement qu’à l’ennui, n’a besoin ni d’être remuée, ni d’être instruite, mais seulement d’être assez occupée pour jouir en paix de son existence, ou plutôt, si on peut parler ainsi, pour la dépenser sans s’en appercevoir. D’Alembert, Réflexions sur l’histoire. I piú degli oziosi sono piuttosto disoccupati che annoiati. Si dice male che la noia è un mal comune. La noia non è sentita che da quelli in cui lo spirito è qualche cosa. Agli altri ogni insipida occupazione basta a tenerli contenti; e quando non hanno occupazione alcuna, non sentono la pena della noia. Anche gli uomini sono, la piú parte, come le bestie, che a non far nulla non si annoiano; come i cani, i quali ho ammirati e invidiati piú volte, vedendoli passar le ore sdraiati, con un occhio sereno e tranquillo, che annunzia l’assenza della noia non meno che dei desiderii. Quindi è, che se voi parlate della noia inevitabile