[p. 464 modifica] religione ammissibile dalla ragione, anzi prodotta in certo modo da essa, e molto piú ragionevole delle antiche, le quali non erano conformi né adattabili se non ad un grado di ragione e di sapere molto minore. Quindi, posta la corruzione dell’uomo operata dalla ragione e dal sapere, l’uomo doveva necessariamente arrivare una volta a quella poca felicità di vita, che il cristianesimo stabilisce dogmaticamente e anche produce attivamente, ma come seconda e necessaria, non come prima e libera cagione. Era, dico, indispensabile presto o tardi il cristianesimo, posta la corruzione operata dalla ragione, e lo era: 1°, Umanamente, perché la ragione prima di arrivare a quell’estremo al quale è giunta oggidí, doveva naturalmente spaventarsi di se stessa; e vedendosi sparir dagli occhi la realtà delle cose e quindi venirsi a distruggere la vita e il mondo, doveva considerar se stessa come assurda e concludere che ci doveva esser qualche verità ignota, la quale dasse alle cose quella realtà ch’essa non poteva piú scoprire né ammettere. Quindi anche da se stessa