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pensieri |
(428-429-430) |
crescere e portar gli uomini a quel punto) e dallo stato di società a cui l’uomo era irrevocabilmente ridotto. Sicché presto o tardi era indispensabile e certa la nascita del cristianesimo, o di una (429) religione ammissibile dalla ragione, anzi prodotta in certo modo da essa, e molto piú ragionevole delle antiche, le quali non erano conformi né adattabili se non ad un grado di ragione e di sapere molto minore. Quindi, posta la corruzione dell’uomo operata dalla ragione e dal sapere, l’uomo doveva necessariamente arrivare una volta a quella poca felicità di vita, che il cristianesimo stabilisce dogmaticamente e anche produce attivamente, ma come seconda e necessaria, non come prima e libera cagione. Era, dico, indispensabile presto o tardi il cristianesimo, posta la corruzione operata dalla ragione, e lo era: 1°, Umanamente, perché la ragione prima di arrivare a quell’estremo al quale è giunta oggidí, doveva naturalmente spaventarsi di se stessa; e vedendosi sparir dagli occhi la realtà delle cose e quindi venirsi a distruggere la vita e il mondo, doveva considerar se stessa come assurda e concludere che ci doveva esser qualche verità ignota, la quale dasse alle cose quella realtà ch’essa non poteva piú scoprire né ammettere. Quindi anche da se stessa (430) dovea rifugiarsi nel seno di una religione astratta e metafisica, adattata alla sua natura speculativa; di una religione misteriosa, e perciò appunto ragionevole, perché la realtà delle cose di cui la ragione non poteva persuadersi chiaramente né particolarmente colle sue forze, veniva stabilita dall’opinione verisimile e creduta vera di un Dio infallibile e rivelatore di arcani, conducenti a stabilire in genere la detta realtà. Cosí che la ragione sopra un fondamento oscuro, ma creduto vero, veniva a creder quelle cose che dall’una parte non poteva credere sopra un fondamento chiaro e dettagliato; dall’altra parte le sembrava ancora assurdo il negare a dispetto della na-