Pensieri di varia filosofia e di bella letteratura/4132

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[p. 55 modifica] giorno e che vi pongano mente, (se non sono già preoccupati dalla istruzione) concepiscono questa idea, formano questo giudizio, ciò immantinente, ciò immancabilmente, ciò con loro piena certezza: questo giudizio è dunque naturale e universale, e pure non è né innato (perocché è posteriore alla esperienza dei sensi, e da essa deriva), né vero, perocché infatti la cosa è al contrario. Cosí di mille altri errori e illusioni, mille falsi giudizi, in cose fisiche, e piú in cose morali, naturali, universali, immancabilmente concepiti da tutti, e ciò con piena certezza di persuasione, [p. 56 modifica]e la cui naturalità e universalità non per tanto non prova per niente la loro verità né il loro essere innati. Conchiudo che l’amore e studio della propria conservazione non è nell’uomo una qualità ec. immediata, ma derivante dall’amore della propria felicità (che è veramente immediato), e derivantene per mezzo di un’idea, di un giudizio (e questo falso); il quale mancando o cangiandosi, l’uomo manca dell’amore della propria conservazione, lo converte in odio della medesima, fugge la vita, segue la morte; il che egli non fa né può fare mai, né pure un momento, verso la sua propria felicità, ossia piacere da un lato, e la sua propria infelicità dall’altro; né anche quando egli sia pazzo e furioso; nel quale stato bene egli talvolta volontariamente si uccide, ma non lascia mai di amare sopra ogni cosa e procurare altresí quello che egli giudica essere sua felicità, e sua maggiore felicità (5-6 aprile 1825).


*    Sa-v-ona. Molti antichi, come G. Villani (per esempio, l. VII, c. 23), Sa-ona, come Faenza anche oggi per Faventia, dicendosi però dal Guicciardini e altri antichi Faventino per Faentino, del che altrove (6 aprile 1825).