Pensieri di varia filosofia e di bella letteratura/4133
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* Diminutivi positivati. Νόννα-νονὶς. Vedi Du Cange, glossario graeco e Fabricius, Bibliotheca Graeca, ed. vet., t. VII, p. 682, not. a. Probabilmente corrotto da Domna (siccome il Nonne dei francesi), come stima il Du Cange, glossario latino in Nonnus, e non venuto dall’egiziano, come dice il Fabricio, se pure anche in Egitto non si usò questa medesima corruzione, o se ella non fu fatta originariamente in Egitto, cioè nella lingua copta, ma sempre però dalla voce latina Domnus e Domna (6 aprile 1825). I francesi hanno anche Nonnette, ma Nonne e Nonnette sono ambedue burleschi e disprezzativi al presente, sicché tra l’uno e l’altro vi ha poca o niuna differenza di significato (6 aprile 1825). - Σχοῖνος-σχοινίον. Vedi l’indice graecitatis di Dione Cassio (8 aprile 1825).
* Tutta la natura è insensibile, fuorché solamente gli animali. E questi soli sono infelici, ed è meglio per essi il non essere che l’essere, o vogliamo dire il non vivere che il vivere. Infelici però tanto meno quanto meno sono sensibili (ciò dico delle specie e degli individui) e viceversa. La natura tutta, e l’ordine eterno delle cose non è in alcun modo diretto alla felicità degli esseri sensibili o degli animali. Esso vi è anzi contrario. Non vi è neppur diretta la natura loro propria e l’ordine eterno del loro essere. Gli enti sensibili sono per natura enti souffrants, una parte essenzialmente souffrante dello universo. Poiché essi esistono e le loro specie si perpetuano, convien dire che essi siano un anello necessario alla gran catena degli esseri, e all’ordine e alla esistenza di questo tale universo, al quale sia utile il loro danno, poiché la loro esistenza è un danno per loro, essendo essenzialmente una souffrance. Quindi questa loro necessità è un’imperfezione della natura, e dell’ordine universale, imperfezione essenziale ed eterna, non accidentale. Se però la souffrance d’una menoma parte della