Pensieri di varia filosofia e di bella letteratura/4021
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* Κακοδαίμων per che ha gli déi nemici, del che altrove. Luciano, de Sacrificiis, t. I, p. 362, init. (21 gennaio 1824).
* Figliuolo per figlio, diminutivo o vezzeggiativo positivato, di cui altrove. Credo anche in greco si dica talora τεκνίον senza intenzione né di diminuire né di vezzeggiare (21 gennaio 1824).
* Desapercebido per isprovvisto, imprudens. Cervantes, D. Quijote, parte I, capitolo 1, p. 4, edizione di Madrid. Vedi il detto altrove di apercebido. E simili altri participii s’intenda che hanno tali significazioni anche coll’aggiunta del des ec. privativo in ispagnuolo, dell’in ec. in italiano ec. ec. (22 gennaio 1824).
* Rinnovellare, innovellare, renouveler, renovello, latini (vedi gli spagnuoli) ec. diminutivi positivati: si aggiungano al detto altrove di novellus ec. (22 gennaio 1824).
* Quanto allo stile e al bene scrivere, immensa fatica è bisogno per saper fare, ed ottenuto questo, non meno grande si richiede sempre per fare. E tanto è lungi che il saper fare tolga la fatica del fare, che anzi quanto quello è maggiore, con maggior fatica si compone, perché tanto meglio si vuol fare e si fa, il che costa tanto di piú a proporzione. Cosí nelle arti belle e in altre faccende d’ingegno ec. (23 gennaio- gennaio1824). Non cosí riguardo all’invenzione sí nello scrivere sí nelle arti ec. ec.
* Fora plurale di foro (foramen) (23 gennaio 1824).
* Piacere della vita. Una statua, una pittura ec. con un gesto, un portamento, un moto vivo, spiccato ed ardito, ancorché non bello questo, né bene eseguita quella, ci rapisce subito gli occhi a se, ancorché in una galleria d’altre mille, e ci diletta, almeno a prima vista, piú che tutte queste altre, s’elle sono di atto riposato ec., sieno pure perfettissime. E in parità di perfezione, quella, anche in seguito, ci diletta piú di queste.