Pensieri di varia filosofia e di bella letteratura/3968
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* Alla p. 3963, fine. Se i diminutivi in ellus ec. fossero fatti sempre da voci in ulus, lo stesso si dovrebbe dire di quelli in illus, illare ec. Quindi, per esempio, conscribillo sarebbe da un conscribulo. Al detto di patella, aggiungi l’italiano padella, positivato (restando patena pel vaso sacro ec.), benché forse quello che oggi si chiama padella non sia precisamente conforme a quello o quei vasi che si chiamavano in latino patinae o patenae o patellae, e quindi il significato di tal diminutivo positivato padella non sia forse precisamente il medesimo del suo positivo latino, cosa inevitabile quasi in quelle voci che appartengono a oggetti di usi ec. sempre variabilissimi piú d’ogni altra cosa. Ma in tal caso la significazion del diminutivo padella non sarebbe neppur la medesima del diminutivo patella, ch’é pur certamente positivato, e con cui padella è materialmente una stessa voce. Insomma padella è certamente un diminutivo positivato. Vedi i francesi e gli spagnuoli e il glossario ec. (10 dicembre, dí della Venuta, 1823). Vedi p. 3971.
* Al detto altrove del diminutivo o vezzeggiativo ec. positivato figliuolo, aggiungi i suoi derivativi ec., pur positivati, come figliolanza (10 dicembre, festa della Venuta, 1823).
* Ho detto, non mi ricordo il dove, di un diminutivo, mi pare, italiano, che la sua inflessione in ol (sia verbo o sia nome ec., che non mi sovviene) dimostrava lui essere originariamente latino. Ma si osservi che la diminuzione in olo, olare ec. è non men propria dell’italiano moderno di quel che sia del latino quella in ulus, ulare, olus (come in filiolus) ec. Ben è vero ch’essa deriva onninamente da