Pensieri di varia filosofia e di bella letteratura/3941
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tal uso affatto conforme al greco ha luogo in molti verbi latini che non hanno a far niente con alcuna voce greca nota, ed è un uso antichissimo nel latino, e non introdottovi da’ letterati. Il che conferma l’antica conformità dell’origine e fratellanza tra il greco e latino. Dalla quale origine dovette venir quest’uso nell’una e nell’altra lingua, in quella piú conservato e steso, in questa meno, e, sí può dire, perduto, se non in certe voci determinate, di cui si conservò sempre la forma antica, senza però mai applicar tal forma ad altri verbi, o a’ verbi di mano in mano introducentisi da quegli antichissimi tempi in poi ec. Tal uso trovasi ancora nella lingua sascrita, come negli Annali di Scienze e lettere di Milano, altrove citati in proposito d’essa lingua ec. (5 decembre 1823).
* Anche τιτρώσκω, come altrove ho detto di ὀφλισκάνω, è doppia alterazione, cioè da τράω, τιτράω (che ancor si trova; vedi Scapula in τιτράω) e poi τιτρώσκω (cosí lo Schrevel.), ovvero da un τρώω, τιτρώω e poi τιτρώσκω. Cosí da τράω e τιτράω, τιτραίνω, è doppia alterazione: sempre però collo stesso senso del primitivo. Cosí altri non pochi (5 decembre 1823).
* Diminutivi positivati. Pretto (puretto) per puro (6 decembre 1823).
* La facoltà d’imitazione non è che facoltà di assuefazione; perocché chi facilmente si avvezza, vedendo o sentendo o con qualunque senso apprendendo, o finalmente leggendo, facilmente, ed anche in poco tempo, riducesi ad abito quelle tali sensazioni