Pensieri di varia filosofia e di bella letteratura/3841
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e le loro illusioni, e come frutta l’inverno, conservate nella cera, state sempre escluse dal contatto dell’aria, sotto la vecchiezza del corpo conservano quasi intatta ed intera la gioventú dell’anima (mantenuta lungi dall’influenza esteriore ec., nel ritiro ec.), già vera gioventú, perché cessata la gioventú del corpo che li spingeva a soffrire, e ne li facea compiacere, e gliene dava il valore. Questi tali, bene attempati, sono smaniosi del godimento, avidi e sitibondi della felicità senza sperarla, ma ben persuasi, come da principio, ch’ella sia possibile e non difficile né rara, hanno ripreso i desiderii proprii dell’uomo, e massime della gioventú, con tutto il loro ardore ec. Quindi e’ vivono e muoiono disperati e infelici tanto piú quanto e’ credono felici gli altri, e che la loro infelicità, il lor soffrire, il loro non godere, o il non aver mai goduto e sempre sofferto, sia provenuto da loro e ch’essi avessero potuto altrimenti se avessero voluto; la quale opinione e il qual pentimento è la piú amara parte che possa trovarsi in qualunque abituale o attuale infelicità o sventura o privazione ec. e il colmo dell’infelicità.
Spettano a questo discorso e nascono dalle psicologiche cagioni e principii, e dagl’interni avvenimenti e circostanze sviluppate di sopra, gran parte delle monacazioni ec. di giovani, e lo sceglier di vivere in casa o in campagna, e i ritiri dalla società ec. fatti nel principio della gioventú, massime da persone vive e sensibili ec. e resi poi necessarii a continuarsi, per l’abitudine, per li rispetti umani, per l’imperizia, che ne segue, del conversare, per il timor