<dc:title> Pensieri di varia filosofia e di bella letteratura </dc:title><dc:creator opt:role="aut">Giacomo Leopardi</dc:creator><dc:date>XIX secolo</dc:date><dc:subject></dc:subject><dc:rights>CC BY-SA 3.0</dc:rights><dc:rights>GFDL</dc:rights><dc:relation>Indice:Zibaldone di pensieri I.djvu</dc:relation><dc:identifier>//it.wikisource.org/w/index.php?title=Pensieri_di_varia_filosofia_e_di_bella_letteratura/3573&oldid=-</dc:identifier><dc:revisiondatestamp>20150925105324</dc:revisiondatestamp>//it.wikisource.org/w/index.php?title=Pensieri_di_varia_filosofia_e_di_bella_letteratura/3573&oldid=-20150925105324
Pensieri di varia filosofia e di bella letteratura - Pagina 3573 Giacomo LeopardiZibaldone di pensieri I.djvu
[p. 37modifica] gli antichi participii latini regolari ec. (e cosí sempre che dallo spagnuolo io argomento all’antico latino, al volgare ec.), sono tanto piú valevoli, quanto siccome la lingua francese è nell’estrinseco e nell’intrinseco, fra tutte le figlie della latina, la piú remota e alterata dalla lingua madre (secondo ho detto altrove), cosí la spagnuola è nell’estrinseco la piú vicina,1) mentre però nell’intrinseco lo è la italiana, come altrove ho distinto. Ma dell’intrinseco poco ha che fare il nostro discorso. La lingua spagnuola che per la forma esteriore delle parole ha piú di tutte le sue sorelle ereditato dalla latina, e che piú di tutte le lingue, a sentirla leggere o a vederla scritta, rappresenta l’esterna faccia e il suono della latina, e può con essa esser confusa; dev’esser considerata come speciale e principale conservatrice dell’antichità, della latinità, del volgar latino ec. quanto alla material forma delle parole e alla proprietà delle loro inflessioni ec., che è quello che ora c’importa. La [p. 38modifica]qual conformità particolare col latino si può notar nello spagnuolo da per tutto, ma nominatamente e singolarmente