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(3572-3573) pensieri 37

desiderio e avversazione del medesimo ec., al che ha pur riguardo la voce timore ec. e la voce speranza ec. nel nostro senso, che vale aspettativa con piacere, con desiderio ec. ec.1) Richelet in espérer ec. Il detto significato ch’è certamente il primitivo e proprio di spes (e non quello che le dà il Forcellini) rende piú probabile che spes sia voce delle primitive, perocché l’aspettare, l’aspettativa è un’idea che dovette esser tra le prime dinominate, e innanzi allo sperare ec. ch’è una specie dell’aspettare, e un’idea troppo sottile e metafisica ec. ec. (1 ottobre 1823).


*    Alla p. 3077. È da notare che gli argomenti ch’io traggo da tali participii spagnuoli a dimostrare  (3573) gli antichi participii latini regolari ec. (e cosí sempre che dallo spagnuolo io argomento all’antico latino, al volgare ec.), sono tanto piú valevoli, quanto siccome la lingua francese è nell’estrinseco e nell’intrinseco, fra tutte le figlie della latina, la piú remota e alterata dalla lingua madre (secondo ho detto altrove), cosí la spagnuola è nell’estrinseco la piú vicina,2) mentre però nell’intrinseco lo è la italiana, come altrove ho distinto. Ma dell’intrinseco poco ha che fare il nostro discorso. La lingua spagnuola che per la forma esteriore delle parole ha piú di tutte le sue sorelle ereditato dalla latina, e che piú di tutte le lingue, a sentirla leggere o a vederla scritta, rappresenta l’esterna faccia e il suono della latina, e può con essa esser confusa; dev’esser considerata come speciale e principale conservatrice dell’antichità, della latinità, del volgar latino ec. quanto alla material forma delle parole e alla proprietà delle loro inflessioni ec., che è quello che ora c’importa. La

  1. Altrettanto dicasi del greco, latino, spagnuolo, francese antico, nelle quali lingue altresí sperare ec. non istà mai propriamente per temere, come dicono, ancorché sia detto di male, ma solo per aspettare. Vedi Forcellini in Spero.
  2. Vedi la p. 3818.