[p. 38 modifica] e forse piú che altrove, nelle coniugazioni de’ verbi, il che fa appunto al nostro caso. amo, amas, amat, amamvs (lo spagnuolo muta l’u in o, e questa è la sola mutazione in tutto questo tempo) amatis, amant. Leggansi le sole maiuscole, e s’avrà la coniugazione spagnuola. La quale in questo tempo è tutta latina, salvo l’omissione del t in tre soli luoghi,1) e la mutazione dell’u in o in un luogo, mutazione pur tutta latina (vulgus-volgus ec. ec. ec.) e propria senz’alcun dubbio, anche in questo caso, o di tutto l’antico volgo che parlò latino, o di molte parti e dialetti di esso. Infatti tal mutazione non solo è propria e dell’italiano e del francese in questo medesimo caso sempre, ma ordinarissima e quasi perpetua (massime nell’italiano) in quasi tutti o nella piú parte degli altri casi, sí nelle desinenze, sí nel mezzo delle parole o nel principio. V-u-lg-u-s―V-o-lg-o.2) La coniugazione italiana è ben piú mutata, e molto piú dell’italiana la francese. Basta a noi che le regole e le inflessioni della coniugazione latina sieno specialmente conservate nella spagnuola, ancorché gli elementi del verbo che non toccano l’inflessione