Pensieri di varia filosofia e di bella letteratura/3574

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[p. 38 modifica] e forse piú che altrove, nelle coniugazioni de’ verbi, il che fa appunto al nostro caso. amo, amas, amat, amamvs (lo spagnuolo muta l’u in o, e questa è la sola mutazione in tutto questo tempo) amatis, amant. Leggansi le sole maiuscole, e s’avrà la coniugazione spagnuola. La quale in questo tempo è tutta latina, salvo l’omissione del t in tre soli luoghi,1) e la mutazione dell’u in o in un luogo, mutazione pur tutta latina (vulgus-volgus ec. ec. ec.) e propria senz’alcun dubbio, anche in questo caso, o di tutto l’antico volgo che parlò latino, o di molte parti e dialetti di esso. Infatti tal mutazione non solo è propria e dell’italiano e del francese in questo medesimo caso sempre, ma ordinarissima e quasi perpetua (massime nell’italiano) in quasi tutti o nella piú parte degli altri casi, sí nelle desinenze, sí nel mezzo delle parole o nel principio. V-u-lg-u-sV-o-lg-o.2) La coniugazione italiana è ben piú mutata, e molto piú dell’italiana la francese. Basta a noi che le regole e le inflessioni della coniugazione latina sieno specialmente conservate nella spagnuola, ancorché gli elementi del verbo che non toccano l’inflessione

Note

  1. È naturale agli organi degli spagnuoli di non amare la pronunzia del t, onde nelle voci venute dal latino spessissimo lo mutarono in d, ch’è piú dolce (come fanno anche gl’italiani in alcuni luoghi intorno alle voci italiane) spessissimo lo tralasciano, come in questo nostro caso fanno, in parte, anche gl’italiani e i francesi.
  2. Sicché amamos per amamus non si dee neppure chiamar mutazione quanto allo spagnuolo, non essendo stata fatta da esso ma nel latino medesimo, anzi non essendo stata neppur in latino altro che un[’] accidente, una qualità, una maniera di pronunzia. Insomma amamos è latino; e lo spagnuolo in questa voce è puro (ed antico non men che moderno) latino conservato nel latino volgare ec.