Pensieri di varia filosofia e di bella letteratura/3572

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[p. 36 modifica] s’usa cred’io che negativamente, oppure non vuole indicar propriamente il timore, ma solo l’aspettativa del male, benché questo naturalmente sia temibile: come in un autore spagnuolo, estavan esperando la muerte, non vuol dire che la temessero, benché certo la temevano, ma e’ vuol dir solo che s’aspettavano di dover morire, ed esperar ha riguardo alla semplice opinione e giudizio del futuro, non al piacere o dispiacere che da tal giudizio e opinione ci deriva, e al male o bene che dal futuro ci verrà o si aspetta ed al desiderio o non [p. 37 modifica]desiderio e avversazione del medesimo ec., al che ha pur riguardo la voce timore ec. e la voce speranza ec. nel nostro senso, che vale aspettativa con piacere, con desiderio ec. ec.1) Richelet in espérer ec. Il detto significato ch’è certamente il primitivo e proprio di spes (e non quello che le dà il Forcellini) rende piú probabile che spes sia voce delle primitive, perocché l’aspettare, l’aspettativa è un’idea che dovette esser tra le prime dinominate, e innanzi allo sperare ec. ch’è una specie dell’aspettare, e un’idea troppo sottile e metafisica ec. ec. (1 ottobre 1823).


*    Alla p. 3077. È da notare che gli argomenti ch’io traggo da tali participii spagnuoli a dimostrare

Note

  1. Altrettanto dicasi del greco, latino, spagnuolo, francese antico, nelle quali lingue altresí sperare ec. non istà mai propriamente per temere, come dicono, ancorché sia detto di male, ma solo per aspettare. Vedi Forcellini in Spero.