Pensieri di varia filosofia e di bella letteratura/3507

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[p. 429 modifica] a noi d’altronde inconcepibile non meno che quello de’ Beati nel Paradiso. E sebbene noi non possiamo concepire il modo in cui questa pena possa aver luogo nell’altra vita e nell’anime ignude, pur ci si dice ch’ella ha luogo miris sed veris modis (S. Agostino), restando fermo ch’ella è pena sensibile e materiale; onde noi non sapendo né immaginando il come, sappiamo però bene e concepiamo il quale sia quella pena.

E perciò può dirsi con verità che il cristianesimo è piú atto ad atterrire che a consolare, o a rallegrare, a dilettare, a pascere colla speranza. Ed è certissimo infatti che l’influenza da lui esercitata sulle azioni degli uomini, è sempre stata ed è tuttavia come di religion minacciante assai piú che come di religion promettente; ch’egli ha indotto al bene e allontanato dal male, e giovato alla società ed alla morale assai piú col timore che colla speranza; che i cristiani osservarono e osservano i precetti della [p. 430 modifica]religion loro piú per rispetto dell’inferno e del Purgatorio che del Paradiso. E Dante che riesce a spaventar dell’inferno, non riesce, né anche poeticamente parlando, a invogliar punto del Paradiso;