Pensieri di varia filosofia e di bella letteratura/3492

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[p. 420 modifica] e profondità di spirito ec.1 onde Rousseau era strabocchevolmente e invincibilmente timido), portano ancora alla noia della vita, al disinganno, all’infelicità, e quindi alla disperazione. È veramente mirabile e tristo, non men che vero, come un uomo che non solo non teme né fugge, ma desidera supremamente la morte, un uomo ch’è disperato di se stesso, che conta già la vita e le cose umane per nulla, un uomo ch’è risoluto eziandio di morire; tema ancor tuttavia l’aspetto degli uomini, si perda di coraggio nella società, si spaventi del rischio di essere ridicolo (rischio ch’egli ha sempre davanti agli occhi, e il cui pensiero e timore si è quello che lo rende timido), e non abbia coraggio d’intraprender nulla per migliorare o render meno penosa la sua condizione, e ciò per tema di peggiorar quella vita, della quale egli non fa piú caso alcuno, della quale ei dispera, che non può parergli possibile a divenir peggiore, odiandola già egli tanto da desiderar sommamente d’esserne liberato, o da volere determinatamente gittarla via. È mirabile che un uomo desideroso o

Note

  1. Veggansi le pagg. 3186-91.