Pensieri di varia filosofia e di bella letteratura/3491
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* ϴαυμαστὸν οὐδέν ἐστι μὲ ταῦθ᾽ οὕτω λέγειν, (Isacco Casaub. scrive οὐδὲν ἐστί με), Καὶ ἁνδάνειν αὐτοῖσιν αὐτοὺς καὶ δοκεῖν Καλῶς πεφυκέναι· καὶ γὰρ ἁ κύων κυνὶ Κάλλιστον εἶμεν φαίνεται, καὶ βοῦς βοΐ, ῎Ονος δὲ ὄνῳ κάλλιστον, ὗς δὲ ὑΐ (il medesimo legge ῎Ονος δ᾽ ὄνῳ κάλλιστόν ἐστιν, ὗς δ᾽ ὑΐ). Epicarmo comico dell’antica commedia, Coo di patria, ma vissuto in Sicilia, contemporaneo di Gerone tiranno. Frammento recato da Alcino appresso Diogene Laerzio, in Plat., lib. III, segm. 16, p. 175, ed. Amstel., 1692. Wetsten. (21 settembre, Festa di Maria SS. Addolorata, 1823).
* Rasito as da rado is - rasus, frequentativo. Il continuativo si trova in francese, cioè raser, che resta in luogo del positivo, mancante in quella lingua (22 settembre 1823). Vedi ancora nello spagnuolo arrasar.
* Alla p. precedente. I timidi (cioè paurosi della vergogna, soggetti alla δυσωπία, mauvaise honte) non solo sono capaci di non temere né fuggire il pericolo, il danno, il sacrifizio, ma eziandio di cercarlo, di desiderarlo, di amarlo, di bramar la morte, di procurarsela colle proprie mani. Le stesse qualità morali o fisiche che portano sovente alla timidezza (ciò sono fra l’altre la riflessione, la delicatezza