<dc:title> Pensieri di varia filosofia e di bella letteratura </dc:title><dc:creator opt:role="aut">Giacomo Leopardi</dc:creator><dc:date>XIX secolo</dc:date><dc:subject></dc:subject><dc:rights>CC BY-SA 3.0</dc:rights><dc:rights>GFDL</dc:rights><dc:relation>Indice:Zibaldone di pensieri I.djvu</dc:relation><dc:identifier>//it.wikisource.org/w/index.php?title=Pensieri_di_varia_filosofia_e_di_bella_letteratura/3487&oldid=-</dc:identifier><dc:revisiondatestamp>20171202095055</dc:revisiondatestamp>//it.wikisource.org/w/index.php?title=Pensieri_di_varia_filosofia_e_di_bella_letteratura/3487&oldid=-20171202095055
Pensieri di varia filosofia e di bella letteratura - Pagina 3487 Giacomo LeopardiZibaldone di pensieri I.djvu
[p. 416modifica] che in Atene si usò da principio e che poi fu chiamata propriamente antica, ἀρχαία. Neppure questa mirava a mettere i personaggi in relazione cogli spettatori, se [p. 417modifica]non con alcuni in particolare, che in essa erano espressamente rappresentati in caricatura. Ancor essa mirava ad agir sull’immaginazione, intento affatto alieno dalla moderna commedia, ed anche da quella che fu chiamata in Grecia la commedia nuova νέα, o seconda δευτέρα, ch’è del genere di Terenzio, traduttor di Menandro, che ne fu il principe. Quindi nell’antica commedia le invenzioni strane, non naturali, poetiche, fantastiche; i personaggi allegorici, come la Ricchezza ec.; le rane, le nubi, gli uccelli; le inverisimiglianze, le stravaganze, gli Dei, i miracoli ec. Le antiche commedie non erano propriamente azioni (δράματα), ma satire immaginose, fantasie satiriche, drammatizzate, ossia poste in dialogo; come quelle di Luciano, conformi in tutto alle antiche commedie, se non quanto all’estensione, alla personalità ed altre tali non qualità ma circostanze estrinseche, accidentali, arbitrarie ec., che non toccano alla natura del genere ec. (20 settembre