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(3487-3488) | pensieri | 417 |
non con alcuni in particolare, che in essa erano espressamente rappresentati in caricatura. Ancor essa mirava ad agir sull’immaginazione, intento affatto alieno dalla moderna commedia, ed anche da quella che fu chiamata in Grecia la commedia nuova νέα, o seconda δευτέρα, ch’è del genere di Terenzio, traduttor di Menandro, che ne fu il principe. Quindi nell’antica commedia le invenzioni strane, non naturali, poetiche, fantastiche; i personaggi allegorici, come la Ricchezza ec.; le rane, le nubi, gli uccelli; le inverisimiglianze, le stravaganze, gli Dei, i miracoli ec. Le antiche commedie non erano propriamente azioni (δράματα), ma satire immaginose, fantasie satiriche, drammatizzate, ossia poste in dialogo; come quelle di Luciano, conformi in tutto alle antiche commedie, se non quanto all’estensione, alla personalità ed altre tali non qualità ma circostanze estrinseche, accidentali, arbitrarie ec., che non toccano alla natura del genere ec. (20 settembre (3488) 1823, Vigilia di Maria SS. Addolorata).
* Alla p. 2928, margine-fine. Da falsus di fallere (fatto aggettivo) gli spagnuoli falto (seppur e’ non fosse contrazione di fallito, ma non credo, e in tal caso gli spagnuoli direbbero anzi faldo da un falido), e falta sostantivo per falsa, e cosí il francese faute, cioè falte. E da falto o da falta il verbo spagnuolo faltar per falsare che noi diciamo, e che si disse ancora in latino (vedi Forcellini), e che i francesi dicono fausser; e per fallare o fallire italiano, faillir francese, fallere latino. Faltar la palabra spagnuolo, fausser sa parole francese, falsare la fede. Speroni, Orazz., Ven., 1596, Oraz. 8 contra le Cortegiane, par. II, p. 195, ovvero fallire la promessa, ib., p. 198, fine; falseggiar l’amore per mancar delle promesse fatte in amore, abbandonando una donna per amare un’altra o amando un’altra insieme, malgrado delle parole date. Speroni,
Leopardi. — Pensieri, V. | 27 |