[p. 398 modifica] sempre commuover gli affetti? E quanto all’equilibrio, vedete: da una parte l’odio e l’ira che avevate concepita, dall’altra la vendetta che placa e sfoga l’uno e l’altra; di qua il desiderio, di là l’oggetto desiderato, cioè il castigo del malvagio. Le partite sono uguali; l’affare è finito, il negozio è terminato, gl’interessi pareggiati, voi chiudete il vostro libro de’ conti e non ci pensate piú. Infatti l’uditore si parte dal dramma di lieto fine non altrimenti che chi abbia ricevuto un’offesa e fattane piena e tranquilla vendetta, o ne sia stato pienamente soddisfatto, il quale torna a casa e si corica colla stessa placidezza e coll’animo cosí riposato, come se non gli fosse stata fatta alcuna offesa, e di questa non serba pensiero alcuno. Bello effetto di un dramma, di una rappresentazione, di una poesia, lasciare di se tal vestigio negli animi degli spettatori o uditori o lettori, come s’e’ non l’avessero né veduta, né udita, né letta. Meglio varrebbe essere stato a uno spettacolo di forze, di giuochi, equestre, e che so io, i quali pur lasciano