Pensieri di varia filosofia e di bella letteratura/3441
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fermissima, della possibilità, anzi probabilità di esser felice pigliando parte alla vita, all’azione ec. Perchè? perché quest’opinione, desiderio, speranza, non è capriccio ma natura, né si estirpa dall’animo, come le opinioni o passioni accidentali, né val tenerezza e pieghevolezza e docilitate d’età né d’indole a render queste cose estirpabili. Altrimenti sarebbe estirpabile la natura stessa, la quale ha provveduto di speranza alla fanciullezza e alla gioventú e agguagliato colla speranza il desiderio di quelle età (15 settembre 1823).
* Altrove ho rassomigliato il piacere che reca la lettura di Anacreonte (ed è nel principio di questi pensieri a p. 30-1) a quello d’un’aura odorifera ec. Aggiungo che siccome questa sensazione lascia gran desiderio e scontentezza, e si vorrebbe richiamarla e non si può; cosí la lettura di Anacreonte; la quale lascia desiderosissimi, ma rinnovando la lettura, come per perfezionare il piacere (ch’egli par veramente bisognoso d’esser perfezionato anche piú che ispirar desiderio d’esser continuato), niun piacere si prova, anzi non si vede