<dc:title> Pensieri di varia filosofia e di bella letteratura </dc:title><dc:creator opt:role="aut">Giacomo Leopardi</dc:creator><dc:date>XIX secolo</dc:date><dc:subject></dc:subject><dc:rights>CC BY-SA 3.0</dc:rights><dc:rights>GFDL</dc:rights><dc:relation>Indice:Zibaldone di pensieri I.djvu</dc:relation><dc:identifier>//it.wikisource.org/w/index.php?title=Pensieri_di_varia_filosofia_e_di_bella_letteratura/3398&oldid=-</dc:identifier><dc:revisiondatestamp>20170928133840</dc:revisiondatestamp>//it.wikisource.org/w/index.php?title=Pensieri_di_varia_filosofia_e_di_bella_letteratura/3398&oldid=-20170928133840
Pensieri di varia filosofia e di bella letteratura - Pagina 3398 Giacomo LeopardiZibaldone di pensieri I.djvu
[p. 363modifica] o di un genere, o di una letteratura in universale; sono cose da me altrove accennate piú volte. Basti ora il dire che non si è mai per ancora veduto in alcun secolo, appo nazione alcuna, stile corrotto o barbaro e rozzo, e lingua pura o delicata, né viceversa, ma sempre e in ogni luogo la rozzezza, la purità, la perfezione, la decadenza, la corruttela della lingua e dello stile si sono trovate in compagnia.1 Ché se ne’ nostri trecentisti la lingua è pura e lo stile sciocco, 1o, lo stile non pecca, se non per difetto di virtú, per inartifizio e mancanza d’arte e di coltura, ma niun vizio ha e niuna qualità malvagia; sicché non può chiamarsi corrotto; 2o, lo stile de’ trecentisti è semplice [p. 364modifica]semplicee nella semplicità energico, come porta la natura, e tale né piú né meno è la lingua loro, la quale generalmente non ha pregio nessuno se non questi, che sono pur pregi dello stile, ma non sempre, e che non bastano: 3o, che che ne dicano i pedanti, ogni volta che lo stile de’ trecentisti pecca di rozzo, anche la lor lingua è rozza; ogni volta che di barbaro, anche la lingua è barbara; ogni volta che di eccessiva semplicità ed inartifizio, anche la semplicità della
Note
↑Massime ne’ prosatori; quanto a’ poeti vedi la p. 3419.