<dc:title> Pensieri di varia filosofia e di bella letteratura </dc:title><dc:creator opt:role="aut">Giacomo Leopardi</dc:creator><dc:date>XIX secolo</dc:date><dc:subject></dc:subject><dc:rights>CC BY-SA 3.0</dc:rights><dc:rights>GFDL</dc:rights><dc:relation>Indice:Zibaldone di pensieri I.djvu</dc:relation><dc:identifier>//it.wikisource.org/w/index.php?title=Pensieri_di_varia_filosofia_e_di_bella_letteratura/3367&oldid=-</dc:identifier><dc:revisiondatestamp>20170928150407</dc:revisiondatestamp>//it.wikisource.org/w/index.php?title=Pensieri_di_varia_filosofia_e_di_bella_letteratura/3367&oldid=-20170928150407
Pensieri di varia filosofia e di bella letteratura - Pagina 3367 Giacomo LeopardiZibaldone di pensieri I.djvu
[p. 344modifica] (se non dell’infimissima) niuno che avesse origine germanica o fosse nato in Germania, [p. 345modifica]come si conta pur quasi di tutte l’altre provincie e parti dell’impero romano. Quindi è che la Germania, benché suddita latina, benché vicina all’Italia, anzi confinante, come la Francia, e piú vicina assai che la Spagna, non ammise l’uso della lingua latina, e non parla latino (cioè una lingua dal latino derivata), ma conserva il suo antico idioma (forse anche fu cagione di ciò e delle cose sopraddette, che la Germania non fu mai intieramente soggiogata, né suddita pacifica, come la Spagna e le Gallie, sí per la naturale ferocia della nazione, sí per esser ella sui confini delle romane conquiste, e prossima ai popoli d’Europa non conquistati, e nemici de’ romani, e sempre inquieti e ribellanti, onde ad essa ancora nasceva e la facilità e lo stimolo e l’occasione e l’aiuto e il comodo di ribellare). Senza ciò la lingua latina avrebbe indubitatamente spento la teutonica, né di essa resterebbe maggior notizia o vestigio che della celtica e dell’altre che la lingua latina spense affatto in Ispagna e in