<dc:title> Pensieri di varia filosofia e di bella letteratura </dc:title><dc:creator opt:role="aut">Giacomo Leopardi</dc:creator><dc:date>XIX secolo</dc:date><dc:subject></dc:subject><dc:rights>CC BY-SA 3.0</dc:rights><dc:rights>GFDL</dc:rights><dc:relation>Indice:Zibaldone di pensieri I.djvu</dc:relation><dc:identifier>//it.wikisource.org/w/index.php?title=Pensieri_di_varia_filosofia_e_di_bella_letteratura/3339&oldid=-</dc:identifier><dc:revisiondatestamp>20170928143756</dc:revisiondatestamp>//it.wikisource.org/w/index.php?title=Pensieri_di_varia_filosofia_e_di_bella_letteratura/3339&oldid=-20170928143756
Pensieri di varia filosofia e di bella letteratura - Pagina 3339 Giacomo LeopardiZibaldone di pensieri I.djvu
[p. 326modifica] e scrisse un’opera classica e di letteratura in lingua volgare e moderna, innalzando una lingua moderna al grado di lingua illustre, invece o almeno insieme colla latina, che fino allora da tutti e [p. 327modifica]ancor molto dopo da non pochi, era stata e fu stimata unica capace di tal grado. E quest’opera classica non fu solo poetica, ma, come i poemi d’Omero, abbracciò espressamente tutto il sapere di quella età, in teologia, filosofia, politica, storia, mitologia ec. E riuscí classica, non rispetto solamente a quel tempo, ma a tutti i tempi e tra le primarie; né solo rispetto all’Italia ma a tutte le nazioni e letterature. Senza un tale esempio ed ardire, o s’ei fosse riuscito men fortunato e splendido, e se quell’opera pel suo soggetto fosse stata meno universale, e meno appartenente, per cosí dire, a ogni genere di letteratura e di dottrina; si può, se non altro, indubitatamente credere che sí l’Italia sí l’altre nazioni avrebbero tardato assai piú che non fecero a innalzare le lingue proprie e moderne al grado di lingue illustri, e quindi a formarsi delle letterature proprie e