[p. 305 modifica] nell’uomo altro che disposizioni, ond’egli possa essere tale o tale, ma niuna o quasi niuna qualità ponga in lui; di modo che l’individuo non sia mai tale quale egli è, per natura, ma solo per natura possa esser tale, e ciò ben sovente in maniera che, secondo natura, tale ei non dovrebb’essere, anzi pur tutto l’opposto: come insomma l’individuo divenga (e non nasca) quasi tuttociò ch’egli è, qualunque egli sia, cioè sia divenuto. Qual cosa pare piú naturale, piú inartifiziale, piú spontanea, meno fattizia, piú ingenita, meno acquistabile, piú indipendente e piú disgiunta dalle circostanze e dagli accidenti, che quel tal genere di sensibilità con cui l’uomo suol riguardare la donna, e la donna l’uomo, ed essere trasportato l’uno verso l’altra; quel tal genere, dico, di affetti e di sentimenti che l’uomo, e massimamente il giovane nella prima età, senz’ombra di artifizio, senza intervento di volontà, anzi tanto piú quanto egli è piú giovane, piú semplice ed inesperto, e quanto meno il suo carattere