[p. 212 modifica] e inattiva, la cui forza non si stendeva fuori dell’intelletto e ne’ termini di questo si restringeva la sua esistenza; l’altra efficace, attiva che dall’intelletto stendevasi a influire e muovere la volontà, e governare le operazioni e la vita. Perocché gli uomini sono sempre mossi dalle opinioni, né altro che le opinioni può cagionare le loro azioni volontarie, né v’ha opera umana volontaria che dalla opinione, ossia giudizio dell’intelletto, non derivi. Ma l’intelletto umano è capace di contenere al tempo stesso opinioni e dogmi dirittamente fra se contrarii, e di contenerli conoscendone la scambievole, inconciliabile contrarietà, come accadeva ai detti tempi. Ben diversi dalla primissima età del cristianesimo, quando un solo genere di opinioni regnava negli animi, cioè quelle della religione, ed era efficace, e stendevasi alla volontà ed al reggimento delle azioni interiori ed esteriori, e della vita. Ma questo durò assai meno di quel che può credere