<dc:title> Pensieri di varia filosofia e di bella letteratura </dc:title><dc:creator opt:role="aut">Giacomo Leopardi</dc:creator><dc:date>XIX secolo</dc:date><dc:subject></dc:subject><dc:rights>CC BY-SA 3.0</dc:rights><dc:rights>GFDL</dc:rights><dc:relation>Indice:Zibaldone di pensieri I.djvu</dc:relation><dc:identifier>//it.wikisource.org/w/index.php?title=Pensieri_di_varia_filosofia_e_di_bella_letteratura/3150&oldid=-</dc:identifier><dc:revisiondatestamp>20161208070941</dc:revisiondatestamp>//it.wikisource.org/w/index.php?title=Pensieri_di_varia_filosofia_e_di_bella_letteratura/3150&oldid=-20161208070941
Pensieri di varia filosofia e di bella letteratura - Pagina 3150 Giacomo LeopardiZibaldone di pensieri I.djvu
[p. 211modifica]) e in episodii; e l’eroe principale volle farlo felice, non solo eternamente ma temporalmente altresí, e la principale impresa volle che bene uscisse non pure secondo il cielo, ma eziandio secondo la terra. Nel che non m’ardisco però di riprendere il suo giudizio, né so biasimarlo s’ei credette che i dogmi metafisici (e poco conformi, anzi contrarii alla natura e che troppa forza le fanno) non dovessero gran fatto influire sulla poesia, né potessero molto giovare a produr con essa un buono, bello e splendido effetto. Siccome essi poco veramente influivano, anche al suo tempo, sopra le azioni e le quasi secondarie opinioni degli uomini; né valsero in alcun tempo a cangiare la natura umana, alla quale dee mirare in ogni tempo il poeta. In verità due sorti di opinioni e di dogmi, l’una dall’altra distinta, e che quasi nulla comunicavano insieme, tenevano all’età del Tasso e ne’ secoli a lei precedenti gl’intelletti degli uomini. [p. 212modifica]L’una cristiana, l’altra naturale; quella quasi del tutto inefficace