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212 pensieri (3150-3151-3152)

L’una cristiana, l’altra naturale; quella quasi del tutto inefficace  (3151) e inattiva, la cui forza non si stendeva fuori dell’intelletto e ne’ termini di questo si restringeva la sua esistenza; l’altra efficace, attiva che dall’intelletto stendevasi a influire e muovere la volontà, e governare le operazioni e la vita. Perocché gli uomini sono sempre mossi dalle opinioni, né altro che le opinioni può cagionare le loro azioni volontarie, né v’ha opera umana volontaria che dalla opinione, ossia giudizio dell’intelletto, non derivi. Ma l’intelletto umano è capace di contenere al tempo stesso opinioni e dogmi dirittamente fra se contrarii, e di contenerli conoscendone la scambievole, inconciliabile contrarietà, come accadeva ai detti tempi. Ben diversi dalla primissima età del cristianesimo, quando un solo genere di opinioni regnava negli animi, cioè quelle della religione, ed era efficace, e stendevasi alla volontà ed al reggimento delle azioni interiori ed esteriori, e della vita. Ma questo durò assai meno di quel che può credere  (3152) chi non conosce la storia ecclesiastica, o chi non ci ha riflettuto, o chi in essa si lascia imporre dai nomi, e dal linguaggio tenuto in narrarla. Durò pochissimo, o, se non altro, divenne in breve assai raro. Del resto, egli è duopo distinguere in ciascuna età, nazione, individuo le opinioni efficaci dalle inefficaci che nell’intelletto puramente si restringono. Quelle talor possono servire alla poesia, talora non possono (come le presenti, e vedi la p. 2944-6), talor piú, talora meno; queste sempre pochissimo o nulla. Parlo delle opinioni che in se hanno relazione alla pratica e al governo della vita, non dell’altre, che son fuori del mio discorso. Per esempio, quelle opinioni, illusioni ec. antiche o moderne che, derivando dalla immaginazione o dall’esperienza ec., persuasero e occuparono, o persuadono ec. l’intelletto, e nondimeno, non avendo nulla che far colla pratica della vita per lor natura, non