Pensieri di varia filosofia e di bella letteratura/3140

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[p. 205 modifica] maggiori, in guerra, per loro giusta e con giusta causa (cioè la vendetta di [p. 206 modifica]Patroclo), e a mescolare i loro lamenti con quelli di Andromaca e della desolata città nemica, già vicina all’ultima calamità, che, per cosí dire, le loro proprie armi o i loro proprii eserciti gli avevano infatti recata. Sublimissimo effetto concepito, disegnato e prodotto da Omero in tempi feroci e semibarbari, e non saputo concepire né produrre da verun altro epico in tempi civili. Perocché, temendo di raddoppiar l’interesse (ch’era appunto ciò che avevano a fare, e senza il che non era possibile quel divino effetto), evitarono espressamente e studiosamente di fare in modo che la parte nemica o alcun personaggio di essa riuscisse piú che tanto virtuoso o per qualunque lato interessante sino al fine. E maggiormente si guardarono di sempre ugualmente condurre e in ultimo annodare le fila della loro epopea tanto all’esito