[p. 191 modifica] sommamente ammirabile, cosí fece e volle fare in Ettore un eroe sommamente amabile. E come la vittoria riportata da Achille sopra l’invincibile Ettore porta al colmo l’ammirazione per colui, cosí la sventura di Ettore mette il colmo alla sua amabilità e volge l’amore in compassione, la quale, cadendo sopra un oggetto amabile, è il colmo, per cosí dire, del sentimento amoroso. Molte sventure e di greci e di troiani si narrano o fingono nella Iliade, ma quella di Ettore è lo scopo del poema, ad essa tendono tutte le fila del medesimo niente meno e del paro che alla vittoria di Achille, e sempre unitamente: in essa il poema si chiude. Alle quali cose mirando il nostro Cesarotti, e giudicando che Ettore fosse il principal soggetto dell’interesse nella Iliade, e la sua sventura per se medesima il principale scopo ed assunto del poema, prosuntuosamente ne volle cangiare il titolo e intitolarlo la morte d’Ettore, stimando che Omero non avesse bene inteso se