<dc:title> Pensieri di varia filosofia e di bella letteratura </dc:title><dc:creator opt:role="aut">Giacomo Leopardi</dc:creator><dc:date>XIX secolo</dc:date><dc:subject></dc:subject><dc:rights>CC BY-SA 3.0</dc:rights><dc:rights>GFDL</dc:rights><dc:relation>Indice:Zibaldone di pensieri I.djvu</dc:relation><dc:identifier>//it.wikisource.org/w/index.php?title=Pensieri_di_varia_filosofia_e_di_bella_letteratura/3112&oldid=-</dc:identifier><dc:revisiondatestamp>20161204064311</dc:revisiondatestamp>//it.wikisource.org/w/index.php?title=Pensieri_di_varia_filosofia_e_di_bella_letteratura/3112&oldid=-20161204064311
Pensieri di varia filosofia e di bella letteratura - Pagina 3112 Giacomo LeopardiZibaldone di pensieri I.djvu
[p. 190modifica] esser l’attributo e la lode principale della parte greca (lode ch’era ai tempi eroici la piú grande); ma oltre che di forze eziandio lo fe’ superiore a tutti gli altri greci e troiani, di coraggio e magnanimità lo fece pari allo stesso Achille, e nel rimanente ornandolo di qualità diverse da quelle di costui, lo venne però a far tale che tanto [p. 191modifica]pesasse egli quanto questi. Somma pietà verso gli Dei, verso la patria, verso i parenti, somma affabilità, giovanezza e viril bellezza sopra ogni altra (giacché quella di Paride non era virile) della sua parte. Di piú accortezza e destrezza nel maneggio della guerra e nel governo delle battaglie, vigilanza, provvidenza, cura degli amici, pazienza delle fatiche, arte di parlare ne’ consigli pubblici o a’ soldati, disprezzo d’ogni pericolo, l’onore stimato sopra ogni cosa, come quando ei ricusa di entrare nella città vedendosi venir sopra Achille, e dopo l’onore, la patria; costanza ec. ec. Insomma com’egli aveva fatto in Achille un uomo