Pensieri di varia filosofia e di bella letteratura/3062
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* Alla p. 3055, margine. Asinus-asellus invece di asinellus, che sarebbe intero e regolare, e che noi diciamo. Opera-opella ec. (29 luglio 1823).
* Esse conveniens alicui rei pro convenire; il participio attivo coll’ausiliare esse, all’italiana. Vedi Fedro, Fab., XXVII, v. I, l. 1, e Ovidio Trist., I, 1, v. 6, ed anche il Fedro di Desbillons, Manheim, 1786, p. LIX (29 luglio 1823).
* Altri due italianismi veggansi in Fedro II, 5, verso 25, e 6, verso 4. Desbillons, loc. cit., p. LXIV e LXV. E notinsi i luoghi di Varrone, il quale parla del latino illustre. Altro eziandio, III, 6, v. 5. Desbillons, p. LXXI. Ma Fedro seguiva o s’appressava in molte cose al latino volgare. Quindi è ch’ha delle frasi tutte sue, cioè che non si trovano negli altri autori latini, e che sono sembrate non latino. Vedi il Desbillons, p. XXII-VI e gli altri che trattano della sua latinità. Niuno de’ quali, io credo, ha osservato la vera cagione della differenza di questa latinità della piú nota. Tutti gli scrittori latini (anche antichi e veri classici) che hanno del familiare nello stile, come, oltre i Comici, Celso (che s’accosta molto a Fedro quanto può un prosatore a un poeta, e che fu pur creduto non appartenere al secolo d’oro) e